Emissioni segnano exploit: +11,4% di CO2 negli ultimi vent’anni

I dati del report dell'Omm delle Nazioni Unite

L’aumento annuale della CO2 atmosferica, nel 2023, è stato maggiore della media decennale. Rispetto al 2022, la media annua di emissioni è aumentata di 2,3 ppm e l’attuale livello di CO2 atmosferica è già superiore del 51% rispetto a quello dell’era preindustriale. Lo rilevano di dati del rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite che si occupa della promozione della cooperazione internazionale nei settori della meteorologia e delle scienze atmosferiche.

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Dal 2004 emissioni in aumento dell’11,4%

La prima edizione del bollettino riporta che nel 2004 il livello di CO2 era di 377,1 parti per milione (ppm). Lo scorso anno, il livello era di 420 ppm: si tratta di un aumento di 42,9 ppm, pari all’11,4%, in soli vent’anni. Il tasso di crescita delle emissioni da combustibili fossili ha portato al più grande exploit nella media decennale della CO2 atmosferica (2,4 ppm) tra il 2014 e il 2023. Se la concentrazione di gas serra è ulteriormente in aumento, lo si deve anche agli incendi boschivi e ad una possibile riduzione dell’assorbimento di carbonio da parte delle foreste.

Nel 2023, il Canada ha vissuto la sua peggiore stagione di incendi boschivi mai registrata, emettendo 0,65 pg C, paragonabile alle emissioni annuali di carbonio da combustibili fossili di grandi nazioni. In generale, le emissioni globali causate da incendi sono state di 2,4 pg C, il 16% in più della media, al settimo posto tra tutte le peggiori stagioni dal 2003. Si stima che lo scambio netto di carbonio dell’ecosistema, un’altra parte importante del flusso di CO2 terrestre, sia stato circa il 28% inferiore rispetto al 2021-2022, sulla base di un modello di trasporto di traccianti atmosferici.

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Effetto di riscaldamento sul clima: + 51,5%

Lo scorso anno è stato anche eccezionalmente caldo: la temperatura globale sulla terraferma e negli oceani è stata la più alta mai registrata a partire dal 1850. Il caldo estremo è un fattore di stress per molti sistemi terrestri e può causare una riduzione dell’assorbimento di carbonio da parte delle piante. L’analisi evidenzia che sono ancora in corso ricerche per stimare, in maniera più approfondita, le attribuzioni esatte di origine e assorbimento del grande aumento di CO2 nel corso del 2023.

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Secondo l’indice annuale dei gas serra della National oceanic and atmospheric administration, citato nel bollettino dell’Omm, dal 1990 al 2023 il forzante radiativo, ossia l’effetto di riscaldamento sul nostro clima, causato dai gas serra di lunga durata è aumentato del 51,5%, con la CO2 responsabile di circa l’81% di questo aumento. Infine, secondo quanto osservato, la crescita del metano atmosferico è stata inferiore a quella del 2022, ma l’analisi indica un aumento delle emissioni da fonti quali zone umide e agricoltura, che potrebbe essere dovuto almeno in parte al feedback climatico in corso che aumenta ulteriormente le emissioni di gas serra dai sistemi naturali.

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