Bonificate 41 discariche abusive in 36 mesi sugli 81 siti inquinati parte della procedura di infrazione del 24 marzo 2017. Questi i dati della “5^ Relazione semestrale (giugno-dicembre 2019) sulle attività e risultati raggiunti dalla missione commissariale sulla bonifica dei siti di discarica abusivi presenti sul territorio nazionale ed in infrazione europea”.
Un modello vincente quello messo a segno dalla task force capitanata dal commissario straordinario per la bonifica e del ministero dell’Ambiente Gen. B. Giuseppe Vadalà.
Un risultato raggiunto grazie all’azione sinergica del Commissario straordinario, con il ministero dell’Ambiente, l’Arma dei carabinieri e le realtà locali come sottolineano i protagonisti dell’azione e rimarca il sottosegretario del ministero dell’Ambiente On.le Roberto Morassut, nel corso del webinar di presentazione dei dati.
“Un modello che funziona” quello messo in campo dal Commissario straordinario. Un’esperienza che una volta terminato il lavoro sui siti oggetto di infrazione, “non può essere dispersa e che forse nei prossimi anni va ulteriormente rafforzata, magari per altri motivi”. Ipotizzando un possibile reimpiego del modello dell’esperienza e delle capacità acquisiste terminata la tabella di marcia al 2023 sui siti oggetto di lavoro. “Ci auguriamo di poter concludere (…) questo capitolo e ci prepariamo a utilizzare queste energie e questa esperienza per ulteriori obiettivi e fare in modo che l’Italia (…) possa concludere questi aspetti negativi” come particolato, discariche abusive. “Aspetti particolari per cui il capitale (di conoscenze ndr.) acquisito può essere valorizzato”.
Restituire il suolo per cambiare il profilo energetico del Paese
“Un’esperienza che ha consentito di risparmiare risorse” spiega Morassut, che ha evidenziato come la figura del Commissario straordinario stia agendo “velocemente e correttamente” per far “funzionare l’ordinamento”. Nel complesso si tratta di un risparmio di 34 milioni di euro dall’inizio della sanzione nel 2014, l’infrazione semestrale diminuisce da 42.000.000,00 agli attuali 8.600.000,00.
“Se volessimo estendere il tema dallo specifico dell’infrazione al tema generale della bonifica, ci renderemmo conto di quanto sia esteso in Italia. La quantità di suolo che ammonta ai perimetri dei Sin, sono circa 171mila ettari” secondo un calcolo statistico spiega Morassut. L’equivalente di una volta e mezza l’estensione della città di Roma.
Terreno che si potrebbe recuperare dandogli nuova vita e funzione. “C’è bisogno di fare un’operazione di restituzione e rinaturalizzazione del territorio, ma anche di restituzione alle attività produttive per un ciclo industriale ecosostenibile. Recuperare suoli per impianti di energia rinnovabili per rinnovare sotto il profilo energetico il nostro paese”. Già nelle prossime settimane, evidenzia il Sottosegretario: “intendiamo intervenire nel Testo unico dell’ambiente per velocizzare le procedure del risanamento dei siti di interesse nazionale per le bonifiche. Per fare in modo che le procedure delle attività delle amministrazioni possano svolgersi in maniera più veloce, con attività di coordinamento con meno passaggi”.
Fondi EU per sanare e standardizzare procedure: il modello vincente della task force
“L’azione del ministero è una azione necessariamente di interconnessione ed è un modello che deve probabilmente affermarsi sempre di più” sottolinea Ilde Gaudiello dg Pianificazione, tracciabilità e vigilanza sulla gestione dei rifiuti, del ministero dell’Ambiente, riferendosi al lavoro svolto di connessione tra Commissario, Comuni, Regioni, Enti locali e la stessa Bruxelles. “Un lavoro di rete che ci ha dato l’occasione di intervenire e prevenire situazioni pericolosissime per altre procedure di infrazione. Mi riferisco alla procedura aperta sulle discariche preesistenti,” spiega la Gaudiello che evidenzia come il lavoro svolto dalla task force ha permesso di intervenire con chiave risolutiva su altre procedure di infrazione. “Azioni svolte usufruendo di fondi europei per operare un’azione sistemica a favore degli enti territoriali standardizzazione della procedura amministrativa”. Attività in cui il Commissario svolge un ruolo funzionale e formativo sugli enti locali.
Bonifiche e banca dati digitale per il controllo del territorio per antimafia
“Nei 48 ci sono i siti bonificati e o messi sicurezza a cui aggiungiamo sette siti per cui stiamo lavorando e dovremmo concludere per il 2023”, spiega il Commissario straordinario di Governo Gen. B. Giuseppe Vadalà. “3 fitodepurazioni e 3 bonifiche. Dei 33 siti che stiamo già lavorando ci sono: 10 gare da effettuare, 5 lavori in corso e 12 trasformazioni dei progetti preliminari in operativi. Ogni sito potenzialmente prevedrebbe una gara per la caratterizzazione, una per l’esecuzione del progetto, una per il direttore lavori e una per la sicurezza. Per far ciò o si è coesi o le situazioni si complicano”.
Ma la task force ha guardato anche oltre i sui compiti, come spiega Vadalà:“Di questi 33 siti abbiamo 23 messe in sicurezza e 33 bonifiche, perché abbiamo messo le mani in pasta. Dove si può modificare e dove c’erano dei fondi già messi a disposizione, perché no?”
Azione su cui il Covid-19 non ha mancato di farsi sentire. 10 siti hanno rallentato o si sono bloccati e un sito è risultato con un contagio, fortunatamente concluso bene. “Il Dpcm e il codice Ateco ci hanno consentito di lavorare” sottolinea Vadalà che ha evidenziato un altro successo messo a segno dalla task force: la banca dati con il ministero dell’Interno. “Uno strumento che non fa perdere efficienza e fa migliorare in velocità”. Un monitoraggio capillare che ha permesso di inviare 21 rapporti alla direzione antimafia, di cui 9 hanno evidenziato un rapporto mafioso.
“Un braccio operativo del Ministero che permette di sbloccare sul territorio diverse situazioni” conclude Vadalà.
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