Direttiva sulle emissioni industriali, restano invariate le norme sugli allevamenti

In particolare, il Parlamento europeo ha bocciato la proposta della Commissione di estendere il regime anche agli allevamenti di bovini.

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Foto di Annie Spratt/Unsplash

L’11 luglio, con 396 voti a favore, 102 contrari e 131 astensioni, gli europarlamentari hanno adottato la posizione negoziale del Parlamento europeo sulla Direttiva sulle emissioni industriali (IED) e sulla Direttiva sulle discariche di rifiuti.

I deputati hanno sostenuto la proposta della Commissione europea di estendere l’IED agli impianti dell’industria estrattiva (miniere) e alle installazioni di grandi dimensioni che fabbricano batterie (tranne quelle che assemblano esclusivamente moduli e pacchi di batterie).

Al contrario, gli allevamenti di bovini e gli allevamenti con meno di 2.000 suini, meno di 750 scrofe o meno di 40.000 polli continueranno a essere esenti dalla regolamentazione, mentre i più grandi potranno usufruire di una procedura di registrazione semplificata.

I commenti di Confagricoltura e Greenpeace

Una decisione apprezzata da Confagricoltura: “L’inclusione degli allevamenti di bovini, proposta dalla Commissione ma bocciata dal Parlamento, avrebbe comportato la chiusura di numerose strutture produttive, con la conseguente perdita di posti di lavoro”, ha dichiarato il presidente, Massimiliano Giansanti.

Opposto il parere di Greenpeace Italia: “Questo è un voto contro l’ambiente, contro la salute e contro le stesse aziende a conduzione familiare che si dice di voler difendere, comprese quelle del Made in Italy”, ha commentato Simona Savini, direttrice della campagna Agricoltura.

L’impatto ambientale degli allevamenti intensivi

Come ricorda l’organizzazione ambientalista, il settore zootecnico è responsabile del 54 per cento di tutte le emissioni di metano di origine antropica dell’Unione europea, soprattutto a causa dei bovini. Gli allevamenti inquinano anche l’acqua, l’aria e il suolo attraverso la produzione di ammoniaca e ossido di azoto, e sono responsabili del 73 per cento dell’inquinamento idrico dell’agricoltura dell’UE.

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L’allevamento intensivo in Europa è responsabile del 94 per cento delle emissioni di ammoniaca, mentre in Italia costituisce la seconda causa di formazione di polveri sottili. Le misure proposte dalla Commissione avrebbero interessato meno del 2 per cento degli allevamenti più inquinanti dell’Unione, permettendo di risparmiare milioni di euro di spese sanitarie e ambientali.


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