L’Etna rilascia nell’atmosfera quantità elevate di CO2, ben 9.083 t/giorno, e contribuisce al 10% delle emissioni vulcaniche globali. È il risultato di uno studio pubblicato sulla rivista Geology, coordinato da un team di geologi delle università di Firenze e di Colonia e dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Cnr. La ricerca si basa su un sistema di analisi innovativo per ricostruire i processi alla base delle emissioni di origine vulcanica.
Per rintracciare la fonte delle emissioni, i ricercatori hanno studiato il rapporto tra due elementi rari, il Niobio (Nb) e il Tantalio (Ta). Tale rapporto è generalmente costante nelle rocce vulcaniche e viene modificato solo in pochi processi geologici come le infiltrazioni di fluidi arricchiti in carbonio, presenti nel mantello litosferico sottostante la crosta terrestre.
Il mantello litosferico fonte di CO2
Come osservato sull’Etna, i domini del mantello ricchi di carbonio influenzano il degassamento della CO2 anche al di fuori dei rift continentali e svolgono un ruolo fondamentale per spiegare le emissioni vulcaniche in diversi contesti geodinamici. La ricerca punta a dimostrare come le concentrazioni di elementi ad alta intensità di campo (Hfse) nelle rocce magmatiche siano traccianti praticabili per il degasaggio del carbonio vulcanico. Questo assunto permetterebbe di studiare le emissioni odierne e, possibilmente, anche quelle passate.
Sarebbe il particolare assetto e la geodinamica delle placche in questa regione a favorire il rilascio e la risalita di anidride carbonica nei vulcani presi in esame, l’Etna e il Vulture, quest’ultimo attivo tra 130 e 800 mila anni fa. Grazie a strumenti di altissima precisione adottati, è stato rilevato in entrambi i casi un rapporto Nb/Ta anomalo.
Dall’Etna 10% di emissioni globali vulcaniche
L’Etna emette quantità di CO2 molto superiori a quelle di altri vulcani attivi e ciò si deve a serbatoi di carbonio profondi presenti nell’Italia meridionale, che liberano anidride carbonica a causa del movimento della placca ionica: “L’Etna è forse l’esempio più eclatante, emette flussi di anidride carbonica che rappresentano il 10% di tutta la CO2 di origine vulcanica, tre volte quella del Kilauea delle Hawaii, nonostante quest’ultimo erutti quattro volte più magma”, spiega nella nota stampa Riccardo Avanzinelli, associato di petrologia e petrografia dell’università di Firenze e coordinatore dello studio.
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