Avete mai guardato alla pandemia da Covid-19 come a un’opportunità? Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa invita a farlo. “In questo momento tragico per l’Italia, abbiamo anche la forte voglia di rilanciare il Paese”, afferma in una nota stampa.
Impalcatura normativa sostenibile
Il momento storico che stiamo attraversando ci impone di far di più per tutelare la salute del pianeta e, di conseguenza, dell’uomo. Da parte sua la politica ha già mosso alcuni passi: “Nel Green deal italiano confluiscono risorse ingenti sia della legge di Bilancio sia quelle contenute nella legge Clima e nella legge Fraccaro”, precisa in nota il ministro. A livello europeo, “il piano Von der Leyen prevedeva originariamente, prima del Covid, 1.000 miliardi per l’ambiente e il clima: 100 miliardi per 10 anni”. La “disponibilità economica e l’orientamento a cambiare il paradigma ambientale dell’Europa e del nostro Paese” restano anche in un contesto di totale incertezza sociale, economica e ambientale, assicura il ministro.
Credito d’imposta ed ecobonus per una svolta green
“Nessuna deroga – assicura il Ministro – sui limiti all’inquinamento che ci esporrebbe solo al rischio del depauperamento dell’Ambiente e metterebbe a rischio la salute dei cittadini”. Nonostante molte attività abbiano riorganizzato i propri flussi di lavoro e abilitato i dipendenti in smart working, non cala l’attenzione alla qualità dell’aria, memori delle “80mila morti per inquinamento atmosferico su base annua”.
“Il concreto cambiamento del paradigma produttivo (…) si può sviluppare attraverso il sistema degli ecobonus”, spiega il ministro. Per stimolare imprese e cittadini ad adottare “sistemi tecnologici meno impattanti, prosegue, sarà inserito “un credito di imposta per le imprese e un ecobonus per i cittadini, entrambi non inferiori al 90% e con un ristoro del capitale più rapido rispetto ai 10 anni attuali, penso a circa 3-5 anni”. Una strategia che, come nessun’altra, può coinvolgere tutti a partecipazione
“Credo che questa strategia – ha concluso Costa – sia il modo migliore per coinvolgere e far partecipare tutti a questo cambiamento di paradigma necessario anche in chiave di lotta al climate change”.
Iniziative per una cultura green
Il ministero dell’Ambiente è il primo promotore di una cultura green, soprattutto di chi non si può muovere da casa. Dal 3 aprile, e ogni tre giorni, sarà possibile visionare su http://www.cinemambiente.it/acasatua/ un film dal gusto green. L’iniziativa “CinemAmbiente a casa tua” è frutto della collaborazione con il festival CinemAmbiente e con il Museo nazionale del cinema di Torino ed è la prima di una serie di iniziative di cui il ministero sarà promotore. Al centro dei filmati, scelti tra i lunghi e i medio metraggi che hanno riscosso particolare successo nelle ultime edizioni del Festival, tanti temi: inquinamento atmosferico, alterazione di habitat ed equilibri naturali fondamentali, aumento demografico incontrollato, globalizzazione, organizzazione economica lineare.
“Dobbiamo innanzitutto ringraziare i distributori e i registi che hanno messo a disposizione gratuitamente i loro film, consentendoci di mantenere un contatto con il pubblico anche in questo difficile momento di distanziamento sociale”, dichiara in una nota stampa Gaetano Capizzi, direttore del festival CinemAmbiente.
Di seguito una descrizione dei primi film in diffusione streaming, come riportato in nota:
1) L’elemento umano (The human element) di Matthew Testa (Usa 2018, 80′)
Il film segue il fotografo James Balog, tra le principali voci dell’ambientalismo mondiale, in viaggio negli Stati Uniti come testimone del passaggio di uragani devastanti, di un villaggio di pescatori minacciato dall’aumento del livello del mare, dell’esaurirsi della nostra riserva d’aria, dei rovinosi incendi in California e di una comunità di minatori disoccupati alla ricerca di nuove speranze. Tuttavia, con fiducia, Balog mette a disposizione la sua arte per favorire il recupero della relazione imprescindibile fra Natura e Umanità.
2) La bugia verde (The green lie) di Werner Boote (Germania 2018, 97’)
L’indagine di Werner Boote e dell’ecologista Kathrin Hartmann, che sulle orme del “greenwashing” di certe imprese, si inoltra in alcune delle aree più soggette alla politica ingannevole delle aziende. Un dibattito intenso e rivelatore a cui prendono parte anche le eminenti voci di Noam Chomsky e Raj Patel.
3) Dusk chorus – Basato su frammenti di estinzioni di Nika Saravanja e Alessandro d’Emilia (Italia 2016, 60’)
Un viaggio sonoro nella foresta amazzonica dell’Ecuador. Un’esperienza sensoriale, scientifica e poetica al tempo stesso, guidata dal ricercatore e compositore eco-acustico David Monacchi, autore del progetto multidisciplinare Fragments of extinction. I cambiamenti climatici, la sopraggiunta siccità, la presenza massiccia delle compagnie petrolifere e le difficoltà di allestimento dei sofisticati strumenti di registrazione in un luogo impervio, sono gli ostacoli che David è costretto ad affrontare.
4) Oceani, il mistero della plastica scomparsa (Océans, le mystère plastique) di Vincent Perazio (Francia 2016, 53′)M
Solo l’1% della plastica che fluttua negli oceani raggiunge le coste o rimane intrappolata nei ghiacci artici. Il restante 99%, non essendo biodegradabile, non scompare, semplicemente si rompe in microparticelle tossiche, in gran parte invisibili all’occhio umano. Tale processo di trasformazione sta dando vita a un nuovo ecosistema: la plastisfera.
5) Ultima chiamata (Last call) di Enrico Cerasuolo (Italia 2013, 90’)
Commissionato al Mit dal Club di Roma fondato da Aurelio Peccei e pubblicato nel 1972, il Rapporto sui limiti dello sviluppo fu il primo studio sullo stato di salute del pianeta Terra e degli effetti della crescita della popolazione umana sugli ecosistemi. A quarant’anni di distanza, Cerasuolo cerca quindi di capire se abbiamo effettivamente ormai oltrepassato i limiti o se siamo ancora in tempo per un’ultima chiamata.
6) Il sorriso del gatto di Mario Brenta, Karine de Villers (Italia 2018, 60′)
Uno sguardo sulla realtà così come appare oggi nelle strade e nelle città in quanto immagine della crisi e del declino della società occidentale nell’era della globalizzazione. Inquietante come il sorriso del gatto di Alice nel paese delle meraviglie, il quale, alla richiesta di aiuto della bambina per trovare la strada che la conduca fuori dal bosco, risponde: «Tutto dipende da dove vuoi andare». La voce narrante è di Marco Paolini.
7) Ladri di tempo (Time thieves. Your time is their business) di Cosima Dannoritzer (Spagna, Francia 2018, 52′)
Lasciate da parte per un momento l’acqua, il petrolio, i metalli delle terre rare. C’è una nuova fonte naturale bramata da tutti: il tempo. Un’indagine attraverso numerosi paesi con interviste a intellettuali ed esperti per riflettere sul valore del tempo e rivelare quanto la sua monetizzazione, da parte di un sistema economico ormai predominante, influisca sulla vita quotidiana.
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