L’anno inizia come era terminato. A dicembre scorso, i dati del Copernicus climate change service (C3s) avevano rilevato valori sensibilmente superiori della media sia a livello mensile che nell’anno “in toto”. Il nuovo anno è iniziato nello stesso, identico modo: anche a gennaio 2020 la temperatura è stata la più alta mai registrata, come il primo mese del 2016 (l’incremento è pari a 0,02°C). La crescita, rispetto alla media degli ultimi decenni, è stata di 3,1° C, con una crescita di 0,2° C rispetto al precedente massimo, nel 2007.
I valori per aree geografiche
Scorporando i dati per macroaree, la situazione si presenta così: in Europa, oltre al valore medio record prima riportato, c’è da rilevare che, in alcune zone, l’incremento della temperatura rispetto alla media è stato di ben 6° C; il clima, sempre nel nostro continente, è stato piuttosto siccitoso, esclusa la Norvegia e una fascia che dalla Spagna nord orientale arriva fino in nel meridione francese; in alcune zone dell’emisfero australe, Madagascar, Mozambico e in Australia occidentale si sono verificate precipitazioni sensibilmente sopra la media; infine, nell’Artico, come in Antartide, la copertura del ghiacci è stata inferiore rispetto alla media.
Australia, continua lo stato di emergenza
Come abbiamo evidenziato nell’ultimo bollettino, le temperature continuano a salire: in Australia, a Canberra, nella porzione orientale dell’isola, pochi giorni fa è stato dichiarato lo stato di emergenza con ordine di evacuazione per i residenti nelle zone più esposte agli incendi che dallo scorso anno stanno devastando il continente. Ancora non si è trovato un approccio globale per questa emergenza.
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