“Non solo dialoghi ma distribuzione di impegni per contrastare le problematiche del Mediterraneo”. E’ l’auspicio con il quale questa mattina il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha aperto i lavori della Cop 21. La conferenza delle parti, che quest’anno si svolge a Napoli fino al 5 dicembre, riunisce i rappresentanti dell’Unione europea e dei 21 paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo per alimentare il dibattito su: tutela della biodiversità, aree marine protette nazionali e transnazionali, marine litter, inquinamento e bioeconomy.
I temi al centro della Cop 21
“Dobbiamo lavorare tutti insieme anche per promuovere misure per limitare il marine litter e per il recupero dei rifiuti in mare – ha proseguito Costa – anche con il coinvolgimento delle parti interessate e con una maggiore sensibilizzazione dei cittadini sul tema”. Solo così sarà possibile “promuovere politiche nazionali di efficienza delle risorse e basate sulla promozione degli obiettivi ambientali dell’Agenda 2030 e sulla crescita sostenibile dei Paesi”.
L’effetto dell’impatto delle attività umane legate all’urbanizzazione, le specie invasive, l’inquinamento, la frammentazione e il consumo di suolo minacciano specie, habitat e interi ecosistemi. I dati “allarmanti” sulla riduzione di alcune specie marine e l’estinzione di altre nel Mar Mediterraneo, che rappresenta “la nostra casa comune”, “ci impongono un cambiamento immediato a livello globale affinché le nostre risorse, i nostri ecosistemi, i nostri mari e oceani, possano essere maggiormente tutelati e protetti”.
L’impegno dei giovani
Lo scorso 23 ottobre, ha ricordato il ministro nel suo discorso, grazie alla collaborazione avviata con il Segretariato della Convenzione, l’Italia ha ospitato, sempre a Napoli, la prima Cop Giovani. I ragazzi della sponda Sud e Nord del Mediterraneo hanno discusso “delle nuove sfide che ci attendono. L’Italia ed il Mediterraneo devono guardare a loro, alla comunità scientifica e agli operatori di settore che hanno un ruolo primario nel permettere alle nostre politiche di dare frutto”.
Le misure attuate in Italia
L’Italia, ha ricordato il ministro, è già fortemente impegnata per la protezione dell’ecosistema marino “e porta al tavolo la legge Salvamare e il contrasto alle plastiche, poi c’è l’impegno supplementare con le aree marine protette, che vogliamo sviluppare ancora di più, e quello sulla biodiversità”. Senza dimenticare “il percorso del Green New Deal, per rafforzare uno sviluppo sostenibile e compatibile con le esigenze di tutela degli habitat e nello stesso tempo, implementare attraverso le Zone Economiche Ambientali una economia ecocompatibile”. Misure che vanno nella direzione segnata dalla Convenzione di Barcellona, istituita nel 1976 e ratificata dall’Italia nel 1979, che è lo strumento giuridico e operativo dal Piano d’Azione delle Nazioni Unite per il Mediterraneo.
La Carta di Napoli
Dalla Cop 21 nascerà la Carta di Napoli, “un documento che metterà insieme tutela dell’ambiente e sviluppo economico”, ha concluso il ministro Costa.
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