A ottobre il Polo Sud e il Polo Nord hanno registrato due dati estremi: Copernicus climate change service (C3s) ha rilevato un minimo storico a nord e un valore superiore alla media al sud
Il ghiaccio al Nord
L’aumento del ghiaccio, previsto a partire da settembre al Polo Nord, durante il mese di ottobre scorso è stato scarso: l’estensione media mensile ha fatto registrare il valore più basso dal 1979, quando sono iniziate le osservazioni satellitari. Le zone prive del manto ghiacciato si estendono dalle Svalbard fino al mare di Chukchi, con le anomalie maggiori rilevate nel mare di Laptev e in Siberia orientale. La situazione nel mare di Laptev è particolarmente sensibile per l’estensione del ghiaccio durante i periodi invernali ed estivi in quanto il mare di Laptev è noto per essere un’importante fonte regionale di ghiaccio marino.
Solo la porzione centrale dell’oceano Artico e alcune zone dell’arcipelago canadese hanno mostrato una copertura di ghiaccio nella media.
Il Sud va meglio
Mentre al Nord durante settembre comincia il “congelamento”, a Sud il ghiaccio raggiunge la sua massima estensione. Quest’anno i dati di ottobre segnano un valore di circa l’1,4% superiore alla media del periodo 1981-2010. Un’anomalia positiva non si registrava dal 2016 e segna anche il secondo mese consecutivo di crescita mensile. Gli aumenti maggiori si sono registrati a est della penisola antartica, a nord e a ovest del mare di Ross. Le porzioni con estensioni inferiori alla media sono state quelle a nord del mare di Amundsen e in alcune zone dell’oceano Indiano.
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