Climaax, il progetto europeo per standardizzare il Climate Risk Assessment

La valutazione del rischio climatico è il primo passo per una corretta gestione di fenomeni come ondate di calore o inondazioni.

  • Il progetto Climaax aiuterà gli Stati europei a rispondere in maniera efficace agli effetti dei cambiamenti climatici, grazie alla standardizzazione del Climate Risk Assessment.
  • Le prime aree coinvolte saranno la Catalogna, la Lettonia, la città finlandese di Oulu, quella portoghese di Setúbal e quella slovacca di Žilina.
Climaax
Il kick-off del progetto Climaax a gennaio 2023

Accompagnare almeno 150 regioni e comunità europee verso la resilienza climatica entro il 2030: è la missione dell’UE che, con il progetto Climaax (CLIMAte risk and vulnerability Assessment framework and toolboX), intende aiutare gli Stati membri a rispondere in maniera efficace agli effetti dei cambiamenti climatici, fra cui ondate di calore, incendi, siccità, inondazioni e malattie. A partire da uno strumento come il Climate Risk Assessment (CRA).

L’obiettivo del progetto, presentato il 24 marzo nel corso del festival web Climateurope2, è quello di standardizzare la pratica del CRA. Come? Sviluppando un framework su cui le varie comunità potranno basarsi per condurre la propria valutazione del rischio, e condividendo con loro una serie di dati e di modelli utili.

La Catalogna, la Lettonia, la città finlandese di Oulu, quella portoghese di Setúbal e quella slovacca di Žilina saranno le prime a testare il nuovo procedimento. Inoltre, verranno stanziati dei fondi per almeno cinquanta regioni, tramite l’apertura di due bandi (uno a fine 2023, l’altro a inizio 2024).

L’esempio del Flood Risk Assessment

Il professor Jeroen Aerts, a capo del dipartimento sul rischio climatico dell’Istituto per gli studi ambientali di Amsterdam, ha riportato il caso delle inondazioni di luglio 2021 che hanno colpito Germania, Italia, Paesi Bassi e Belgio. Ha spiegato che non tutte le amministrazioni coinvolte sapevano di essere in pericolo. Per questo, servono dati più accurati.

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Prima di tutto, bisogna conoscere l’altimetria delle città per identificare le zone più vulnerabili. Bisogna conoscere anche la densità della popolazione, sapere dove le persone vivono e quali sono le loro caratteristiche, per esempio se sono giovani o anziane; quanto distano dagli ospedali. È importante, inoltre, identificare gli edifici più vulnerabili, per esempio grazie all’uso di Google open buildings.

Climaax
L’intervento del prof. Aerts si è concentrato sul Flood Risk Assessment

Il coinvolgimento del CMCC

Anche il Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (CMCC) sta fornendo il proprio supporto. L’obiettivo dell’iniziativa PEERS – Peer Review of the Disaster Risk Management è quello di effettuare, fra il 2020 e il 2024, una serie di revisioni paritarie rivolte a un massimo di quattro Paesi che desiderino esaminare l’efficacia del proprio sistema di gestione delle catastrofi ambientali e del proprio servizio di protezione civile. La prima revisione ha riguardato la Romania, e ora è il turno della Moldavia.


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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.