La straordinaria capacità degli alberi di proteggere le nostre città

I benefici degli alberi nei centri urbani sono molto più numerosi di quanto immaginiamo: fra questi, c’è la capacità delle superfici che accolgono le piante di trattenere l’acqua durante i nubifragi. Ne parliamo con Camilla Pandolfi, CEO di PNAT

Tra gennaio e metà settembre del 2024, l’Italia è stata colpita da 1.899 fenomeni meteorologici estremi, di cui 212 tornado (il 71 per cento dei quali si è abbattuto sulle coste tirreniche), 1.023 nubifragi (il 91 per cento dei quali ha coinvolto le regioni centro-settentrionali), 664 grandinate con chicchi di grandi dimensioni. Questi dati, raccolti dall’Osservatorio ANBI sulle risorse idriche, fanno capire quanto le strategie di adattamento alla crisi climatica, che sta esacerbando gli eventi estremi, siano fondamentali: fra queste, ci sono le soluzioni basate sulla natura, tra cui la forestazione urbana.

alberi e foreste urbane
La presenza di spazi verdi nei centri urbani è di fondamentale importanza. Foto di Elisabetta Scuri/Canale Energia

Gli obiettivi di PNAT e Prospettiva Terra

“I benefici degli alberi in città sono molto più numerosi di quelli ai quali siamo abituati a pensare. Ci rendiamo conto della loro presenza godendo della loro ombra in estate e dei loro colori nelle varie stagioni dell’anno, ma non sempre riusciamo a cogliere gli enormi effetti positivi che hanno su di noi e sulle nostre abitudini di vita in città”. A spiegarlo è la dottoressa Camilla Pandolfi, CEO e R&D Manager presso PNAT, partner scientifico del progetto Prospettiva Terra. L’obiettivo dell’iniziativa – ideata dal prof. Stefano Mancuso, accademico e divulgatore scientifico, e da Marco Girelli, CEO di Omnicom Media Group Italia – è quello di valorizzare il ruolo degli alberi nella lotta contro i cambiamenti climatici, anche grazie alla partecipazione di realtà quali Ricola, Henkel, Acone Associati, McDonald’s e Publitalia ’80.

Camilla Pandolfi PNAT
Camilla Pandolfi, CEO e R&D Manager presso PNAT

I vantaggi della forestazione urbana

“C’è tutta una serie di vantaggi direttamente collegati alla loro presenza, tra cui la mitigazione delle temperature durante i periodi di caldo estremo o la riduzione delle concentrazioni di anidride carbonica e inquinanti presenti nell’aria, ma ci sono anche altri benefici meno noti, come l’effetto positivo che hanno per contrastare l’inquinamento acustico o il loro ruolo cruciale a favore della salvaguardia e della cura della biodiversità”, prosegue la dottoressa Pandolfi.

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“Esiste poi tutta una serie di effetti positivi più complessi da quantificare, ma non meno importanti, che impattano sulla nostra salute e sul welfare: tra questi, la capacità degli spazi verdi di stimolare il desiderio delle persone di trascorrere tempo all’aperto e addirittura dedicarsi all’attività fisica, o la capacità delle superfici che accolgono le piante di trattenere e rallentare l’acqua durante gli eventi piovosi estremi”.

L’esperimento condotto nella Biblioteca degli Alberi di Milano

Un esperimento condotto da PNAT all’interno della Biblioteca degli Alberi di Milano (BAM) ha dimostrato che una superficie che accoglie piante può trattenere quasi un terzo del volume di acqua che può cadere durante un evento piovoso estremo, rallentandone l’afflusso al sistema fognario e riducendo i rischi di allagamento. Gli alberi intercettano una parte delle precipitazioni anche attraverso foglie, rami e tronco, e assorbono l’acqua dal suolo attraverso le radici. La quantità di pioggia intercettata dagli alberi di BAM dal primo agosto 2024 è pari a 2.180 m³, quasi pari al contenuto di una piscina olimpionica.

Isabelle Bailet, ricercatrice di PNAT, partner scientifico Prospettiva Terra
L’esperimento condotto nella Biblioteca degli Alberi di Milano. Foto di Prospettiva Terra

Gli aspetti da considerare nella progettazione delle foreste urbane

Detto questo, bisogna sottolineare come la progettazione delle foreste urbane sia una vera e propria scienza, che richiede conoscenze e competenze specifiche. Prima di tutto, la scelta degli alberi non è scontata: “Forse, dovremmo cominciare a lasciare che siano i risultati che ci aspettiamo di ottenere a guidare la scelta delle specie, anche venendo meno, in alcuni casi, a convenzioni estetiche e culturali che hanno caratterizzato la progettazione del verde urbano negli ultimi decenni”, continua Pandolfi.

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“Ricordiamo però che senza alberi non avremmo nemmeno i benefici ad essi associati; quindi, il primo obbiettivo deve per forza essere la loro sopravvivenza. Risulta essenziale valutare le condizioni ambientali e gli stress abiotici e biotici ai quali può essere sottoposta la pianta: una specie resiliente e rustica avrà sicuramente più possibilità di successo”.

La scelta delle specie

Il platano comune (Platanus acerifolia) è un esempio: come si legge in una targa presso i Giardini Indro Montanelli di Milano, è un albero adattabile e rustico, oltre che particolarmente utile all’abbattimento di particelle inquinanti nelle aree urbane. Visto che abbiamo parlato di eventi estremi, vale anche la pena sottolineare che le foreste costituite da più specie di alberi a crescita lenta, come le querce, hanno una capacità di resistere alle tempeste decisamente più elevata rispetto alle monocolture a crescita rapida, come ha dimostrato uno studio pubblicato sulla rivista Functional Ecology.

Ci sono poi altri fattori da considerare: “Pensiamo a quanto siano importanti gli alberi in un parcheggio in città durante la stagione estiva. Se in questo parcheggio trovassimo alberi che producono frutti sporchevoli, sarebbe maggiore il disagio causato dallo sporco sulle auto che il beneficio di ombreggiamento”.

platano, alberi monumentali
Uno dei platani dei Giardini Indro Montanelli, iscritto nell’elenco degli alberi monumentali d’Italia. Foto di Elisabetta Scuri/Canale Energia

Nell’ambito della pianificazione forestale, bisogna tenere conto sia delle caratteristiche iniziali dell’area in cui si vanno a piantare gli alberi, sia delle previsioni che riguardano il suo clima futuro. È necessario anche avere un’idea chiara delle cure di cui le piante necessiteranno, soprattutto negli anni immediatamente successivi alla piantagione.

Gli aspetti previsionali e quelli di monitoraggio

“La progettazione delle foreste urbane, così come la messa a dimora di un singolo albero, devono tenere in considerazione sia aspetti previsionali che di controllo. Bisogna saper prevedere, per esempio, un sito d’impianto adeguato, del materiale vivaistico di qualità idonea, o delle corrette potature di formazione. Una pianta correttamente gestita al momento dell’impianto sarà probabilmente una pianta a bassa manutenzione in futuro. Prevedere vuol dire anche perseguire scelte progettuali come l’impostazione di una corretta distanza dagli edifici limitrofi, che risulta essenziale per diminuire il numero di potature di contenimento”, chiarisce la dottoressa Pandolfi.

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La progettazione delle foreste urbane, così come la messa a dimora di un singolo albero, devono tenere in considerazione degli aspetti previsionali e degli aspetti di controllo. Foto di Elisabetta Scuri/Canale Energia

“Infine, ci sono gli aspetti di controllo, anche detti di monitoraggio, che sono molto importanti per valutare nel tempo sia la salute degli alberi che la loro efficienza nel garantire gli effetti previsti. Su questo, la ricerca in ambito tecnologico ci sta aiutando molto, grazie alla nascita di strumenti sempre più automatizzati che usano sistemi IoT (Internet of Things) basati sull’intelligenza artificiale, in grado di trasmetterci in tempo reale grandi quantità di dati molto importanti. Questi strumenti diventeranno sempre più preziosi nella gestione del verde urbano, poiché andranno ad affiancare e a sostenere il lavoro degli operatori tecnici”, conclude Pandolfi.


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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.