Dall’1 gennaio al 30 luglio 2024, l’European Forest Fire Information System (EFFIS) ha rilevato 615 incendi in Italia, che hanno interessato una superficie totale di 221 chilometri quadrati.
Le stime rilasciate oggi dall’ISPRA indicano che i roghi che hanno colpito il Paese nei primi otto mesi del 2024 hanno interessato 40 km2 di superficie forestale, pari al 18 per cento del totale. Nello specifico, si tratta di:
- 18 km2 di macchia mediterranea e boschi di leccio (46%);
- 13 km2 di boschi di quercia (33%);
- 6 km2 di conifere (16%).
L’incendio del 24 luglio a Vieste
Sono dodici su venti le regioni coinvolte, a partire da Sicilia, Calabria, Sardegna e Puglia. Nella Baia di San Felice, a Vieste, il 24 luglio un incendio ha minacciato zone boschive di pregio, all’interno del Parco nazionale del Gargano. Il tempestivo intervento di uomini e mezzi antincendio, fortunatamente, ha permesso di evitare i danni peggiori: le fiamme hanno lambito una superficie complessiva di ventiquattro ettari, secondo le stime dell’ISPRA, ma la copertura forestale coinvolta non ha superato i tre ettari.
Il report “L’estate che scotta”
A livello provinciale, sono le province di Agrigento, Cosenza, Reggio Calabria e Palermo a far registrare i risultati peggiori. Fra le cause degli incendi, ci sono anche la siccità e l’aumento delle temperature. Basti pensare che, fra l’agosto 2019 e l’agosto 2023, è raddoppiato il numero di italiane e italiani esposti a temperature superficiali pari o superiori ai 40 °C nei capoluoghi di regione. È quanto emerge dal report “L’estate che scotta”, realizzato da Greenpeace Italia sulla base dei dati raccolti dall’ISTAT.
L’appello di Greenpeace
“La comunità scientifica è da tempo concorde sul fatto che le ondate di calore siano rese sempre più frequenti e intense dai cambiamenti climatici, a loro volta alimentati dall’emissione di grandi quantitativi di gas serra dovuta alle attività antropiche, in particolare all’utilizzo dei combustibili fossili”, commenta Federico Spadini della campagna Clima di Greenpeace Italia.
“Se vogliamo evitare temperature sempre più estreme e il loro impatto su una fetta sempre più grande di popolazione, dobbiamo mettere fine al più presto alla nostra dipendenza da petrolio, gas e carbone. I governi devono farsi promotori di una reale transizione alle fonti rinnovabili, impegnandosi al tempo stesso in interventi sul territorio per evitare gli effetti più pericolosi del caldo estremo”, conclude Spadini.
Secondo gli ultimi dati disponibili per il 2024, relativi al mese di giugno, in quasi tutti i capoluoghi italiani le temperature superficiali massime sono state superiori a 35 °C, arrivando a toccare soglie superiori a 39 °C in dodici città sulle ventuno analizzate.
🌡️Our data confirms that 22 July 2024 was the warmest day in recent history at 17.16ºC, according to the ERA5 dataset, as mentioned by @UN Sec. General @antonioguterres during his Call to Action on Extreme Heat.
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— Copernicus ECMWF (@CopernicusECMWF) July 25, 2024
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