Dal 2015 sono state avviate circa 230 cause per il clima contro aziende e associazioni di categoria, di cui più di due terzi dal 2020. È quanto emerge dal rapporto “Global trends in climate change litigation: 2024 snapshot”, pubblicato il 27 giugno dal Grantham Research Institute on Climate Change and the Environment della London School of Economics and Political Science.
Gli Stati Uniti guidano la classifica
Come dimostra il rapporto, basato sull’analisi di 2.666 casi di contenziosi sul clima, è in aumento il numero di nazioni coinvolte, che sono salite a 55 arrivando a includere molti Paesi in via di sviluppo.
Gli Stati Uniti, che rimangono il Paese con il maggior numero di casi climatici documentati, hanno registrato anche il maggior numero complessivo di cause intentate nel 2023, pari a 129. Seguono Regno Unito (24), Brasile (10), Germania (7) e Australia (6).
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La maggior parte delle cause per il clima è stata intentata contro i governi, specialmente negli Stati Uniti, dove solo il 15 per cento delle cause è stato intentato contro le aziende. Nel resto del mondo, la percentuale sale al 40 per cento.
Il caso italiano
“In Italia, negli ultimi dodici mesi, si è assistito a un’intensificazione del contenzioso sul clima, con i casi ‘Giudizio Universale’ e ‘La Giusta Causa’ presso il Tribunale civile di Roma e altre azioni contro le multinazionali dei combustibili fossili e dell’allevamento intensivo”, ha commentato Lucie Greyl, responsabile progettazione e relazioni internazionali della ONG A Sud.
“La sentenza della causa ‘Giudizio Universale’ contro lo Stato italiano ha evidenziato la riluttanza della Corte a proteggere i diritti fondamentali da politiche climatiche inadeguate. Tuttavia, l’Italia è vincolata dalla storica sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sul caso delle Anziane per il clima in Svizzera. Questi sviluppi sottolineano il ruolo cruciale della società civile e ampliano il dibattito giuridico sui diritti umani legati al clima in Italia”.
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Il principio “chi inquina paga”
È aumentato notevolmente, a livello globale, il numero di accuse di greenwashing; ammontano a 140 le cause totali, di cui 47 nel 2023. Su 77 cause giunte a conclusione, 54 si sono concluse a favore del ricorrente. Lo scorso anno si sono osservati anche importanti sviluppi relativi al principio “chi inquina paga”.
Sono più di trenta i contenziosi che, a livello globale, stanno attualmente cercando di arrivare alla condanna delle aziende ritenute responsabili dei danni climatici causati dalle loro emissioni di gas serra.
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