È stato sottoscritto un protocollo d’intesa per avviare progetti di riforestazione nelle aree di discarica bonificate nazionali tra il commissario unico per la bonifica delle discariche abusive e Arbolia, società benefit creata da Snam e Fondazione Cassa depositi e prestiti per sviluppare nuove cinture verdi in Italia.
L’intesa è stata annunciata lo scorso 27 settembre a Ferrara nel corso del Rem Tech Expo 2021, evento internazionale dedicato allo sviluppo sostenibile del territorio.
“Questo accordo è un esempio virtuoso di collaborazione con il settore pubblico, a beneficio dell’ambiente e dei cittadini ed è coerente con la missione di Arbolia di creare nuove aree verdi nei territori italiani con il proposito di contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici nazionali e al miglioramento della qualità dell’aria e della vita”, ha commentato in una nota stampa Dario Mangiare, head of operations, marketing&commercial di Arbolia.
Restituire ai cittadini boschi urbani
Questa collaborazione restituirà ai cittadini luoghi che ora sono coperti da discariche abusive. Inoltre, punta a promuovere lo sviluppo economico e sociale dei territori, nonché creare nuovi boschi urbani. Dopo un solo anno, Arbolia ha realizzato sei cinture verdi in cinque città italiane, corrispondenti a 11mila essenze messe a dimora. Questi boschi assorbiranno fino a 681 tonnellate di CO2 e 4.502 kg di PM10 all’anno. Prossimamente, la società benefit svilupperà altri progetti in ulteriori venti comuni italiani.
“Il ciclo dei rifiuti è un ciclo che non deve chiudersi unicamente in una discarica, ovvero la morte del territorio, ma deve tendere alla rinascita, alla restituzione della terra alle collettività e al suo naturale habitat. La stipula di questo accordo con Arbolia mira proprio a questo obiettivo comune. I progetti con Arbolia che vogliamo sviluppare sono soggiacenti proprio a questa filosofia. Vogliono ricreare un habitat naturale e un rimboschimento, se possibile, dell’ambiente dando radici al nostro futuro”, ha dichiarato il generale Giuseppe Vadalà.
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