L’istituto di ricerca norvegese Sintef ha annunciato alla Cop26 il lancio del Global climate fund, un nuovo schema di compensazione che finanzierà la ricerca su soluzioni innovative per la mitigazione del cambiamento climatico. La sfida è la rimozione delle emissioni di CO2 dall’atmosfera e dagli oceani e il fondo globale è la concreta proposta per contribuire alla nascita di un mercato per le soluzioni net zero. Il primo tra i progetti vede l’utilizzo delle alghe per l’assorbimento del carbonio.
Le alghe polmoni di assorbimento della CO2
L’obiettivo del fondo per il clima, istituito di recente, è finanziare indagini sui concetti relativi alla rimozione dei gas serra già emessi. L’uso delle alghe nella lotta al climate change è uno dei progetti già sostenuti dal fondo nella creazione di aree per la coltivazione nelle strutture marine. Insieme a questa ricerca, Sintef sta anche studiando il potenziale per convertire le alghe in un biochar simile al carbone derivato dal legno. Questo materiale può essere cosparso sul terreno, nei campi agricoli e nei prati: i benefici sarebbero quelli di limitare le emissioni di CO2 e migliorare la resa dei terreni in termini di fertilità.
Un fondo globale per stimolare la ricerca
Il patrimonio del fondo sarà utilizzato per finanziare progetti di ricerca di cui Sintef si fa garante. Ogni studio sarà sottoposto a peer review da parte di esperti internazionali. L’istituto di ricerca ha già immesso nel fondo circa 21,3 milioni di euro e alla Cop26 chiede agli attori di tutto il mondo di contribuire: “La ricerca in questo campo è attualmente ampiamente sottofinanziata, ma è essenziale se si vogliono raggiungere gli obiettivi di mitigazione del cambiamento climatico”, si legge in una notizia pubblicata sul sito dell’istituto.
Oltre alla ricerca sulle alghe, Sintef sta studiando la possibilità di utilizzare le ceneri generate da impianti di riciclo energetico per catturare la CO2 trasformandole in blocchi. Sono in corso anche studi sul fitoplancton per lo stoccaggio naturale del carbonio.
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