Al via il progetto di riforestazione “Ancora natura per il Col di Lana”

L’obiettivo è dare nuova vita ai boschi bellunesi dopo la tempesta Vaia e gli attacchi dei coleotteri

C’è nuova speranza per i boschi del Col di Lana, uno dei massicci più importanti del comprensorio delle Dolomiti, dopo i danni causati dalla tempesta Vaia nel 2018 e dagli attacchi del bostrico, un coleottero che, in presenza di grande quantità di alberi sofferenti, attacca anche quelli sani. Ha preso il via, infatti, il progetto “Ancora natura per il Col di Lana”, promosso da PEFC Italia, Rete Clima e Coldiretti Belluno, grazie ai fondi dell’8×1000 dell’Istituto Italiano Buddista Soka Gakkai.

Col di Lana
Foto PEFC Italia

L’innovativa tecnica delle “culle”

L’iniziativa prevede l’asportazione del legname ancora a terra e la piantumazione di oltre cinquemila nuove piante, tra pino cembro, larice, abete rosso e faggio. La salvaguardia degli alberi sarà garantita da installazioni realizzate “con il materiale legnoso residuo dal recupero delle piante schiantate da Vaia”, come spiega Orazio Andrich, Dottore forestale che sta dirigendo i lavori di riforestazione.

“Per queste protezioni si era individuato nel progetto il nome di capisaldi, con un richiamo storico alle vicende di guerra. Poi la loro realizzazione, adattata alle condizioni del posto e alla disposizione delle piantine da proteggere e quindi alla forma del cerchio o di ovale, ha richiamato l’immagine delle culle”, prosegue Andrich.

Ancora natura per il Col di Lana
Foto PEFC Italia

Il coinvolgimento delle scuole

Gli studenti e le studentesse delle scuole locali stanno partecipando alla realizzazione di sei bacheche informative che verranno installate lungo i quattro chilometri del sentiero riqualificato, che si snoda sulle propaggini meridionali del massiccio del Col di Lana, con punto di partenza e di arrivo nell’area del Pian della Lasta, presso l’ex-Rifugio – Museo di Guerra.

“Ancora natura per il Col di Lana non si propone soltanto di porre rimedio ai danni causati da Vaia e dalla infestazione del bostrico, ma vuole anche sensibilizzare cittadini e aziende sul fondamentale ruolo che le foreste rivestono nella battaglia contro il cambiamento climatico e sulla necessità di promuovere e adottare pratiche ambientali sostenibili”, sottolineano Marco Bussone e Antonio Brunori, rispettivamente presidente e segretario generale di PEFC Italia.

tempesta Vaia
Foto PEFC Italia

La sensibilizzazione sull’adattamento climatico

“Per il numero di alberi piantati, le specie selezionate e le tecniche innovative utilizzate, il progetto si pone come una best practice per affrontare sfide importanti con soluzioni concrete e integrate con l’ecosistema circostante, per proteggere la biodiversità, gestire responsabilmente le risorse naturali e sviluppare soluzioni per l’adattamento al climate change”, aggiunge Paolo Viganò, presidente e fondatore di Rete Clima, che si premurerà di coinvolgere nuove imprese nella speranza di replicare l’iniziativa.

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“La grande forza di questo progetto è stata proprio la capacità di fare rete e di coinvolgere in modo sinergico i vari soggetti del territorio, dai proprietari forestali alle aziende agricole, dalle scuole alle aziende vivaistiche che hanno fornito le piante da mettere a dimora”, conclude Chiara Bortolas, presidente provinciale di Coldiretti Belluno.


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