Il 21 settembre è la giornata del Respiro

Vediamo alcune buone pratiche per limitare le morti da inquinamento dell'aria

“Il rapporto tra cura dell’ambiente e salute, in particolare respiratoria, è fondamentale” spiega il dottor Claudio Micheletto presidente AIPO-ITS/ETS in occasione della Giornata del Respiro 2024 che ricorre sabato 21 settembre ed è organizzata da AIPO-ITS/ETS (Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri – Italian Thoracic Society) e SIP-IRS (Società Italiana di Pneumologia – Italian Respiratory Society).

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Foto di karosieben da Pixabay

Credo fermamente che la Pneumologia debba far sentire la sua voce sul fronte della prevenzione, e non solo su quello della fase acuta e della riacutizzazione” sottolineando come “di una buona prevenzione fa necessariamente parte – oltre allo stile di vita, all’alimentazione, all’aspetto vaccinale – anche il contesto ambientale, ecco che il rapporto tra cura dell’ambiente e salute, in particolare respiratoria, è fondamentale. Non vi sono più dubbi, infatti, sulla la correlazione tra malattie respiratorie, inquinamento atmosferico e condizioni climatiche – prosegue il presidente AIPO-ITS/ETS – e nemmeno sulla grande responsabilità delle polveri sottili nell’aumentato rischio di neoplasie polmonari, anche se il primo fattore di rischio per il tumore al polmone resta sempre il fumo di sigaretta. Per questo la Giornata del Respiro è importante: per informare, per creare tavoli di lavoro comuni con le Istituzioni, e anche per mettere in guardia. Sintomi come una tosse insistente, una sensazione di oppressione al petto e fiato corto, o ripetute infezioni respiratorie devono essere interpretati come segnali d’allarme e condurre al più presto dallo pneumologo”.

Alcuni comportamenti scorretti ancora troppo frequenti

“L’esposizione al fumo da sigaretta, da tabacco riscaldato o da sigaretta elettronica è ancora molto alta, con percentuali altissime fra i giovani, inoltre le strutture sanitarie sono costrette a indirizzare verso il trattamento delle malattie le loro risorse e i centri antifumo sono pochi” rimarca Fabiano Di Marco, professore ordinario in Malattie dell’apparato respiratorio del Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università degli Studi di Milano e presidente SIP-IRS. “Sempre sul piano della prevenzione primaria e quindi dell’inquinamento atmosferico, di quello prodotto dalle industrie e dal traffico veicolare, anche i cittadini sono chiamati a fare la loro parte, tollerando gradi in meno nelle abitazioni e usando in modo saggio i riscaldamenti”.

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Tra le risposte mediche che si possono attuare i vaccini per l’antipneumococcica e per il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS), quest’ultimo è “già disponibile e per il quale ci auguriamo che la campagna vaccinale riesca a partire nei prossimi mesi” conclude Di Marco.

I numeri delle morti da inquinamento dell’aria

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa il 99% della popolazione mondiale respira aria che supera i limiti delle linee guida dell’OMS. Mentre il “98% dei cittadini europei respira aria di pessima qualità ed inquinata oltre i livelli di guardia, causa di oltre 400mila morti premature” stando ai recenti dati pubblicati dal The Guardian. Un costo sanitario e sociale altissimo.

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