Al termine della 46a riunione annuale della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM), che si è svolta tra 6 e il 10 novembre a Spalato, l’UE e i paesi vicini hanno convenuto di rafforzare la parità di condizioni nel controllo e nella gestione della pesca nel Mediterraneo e nel Mar Nero.
La CGPM ha adottato all’unanimità un totale di 34 misure comuni. Inoltre l’Unione europea sosterrà l‘attuazione delle misure e della strategia CGPM 2030 con una sovvenzione annuale di 8 milioni di euro. Il tutto a tutela di sostenibilità e protezione della biodiversità.
Il Consiglio dell’Unione europea discuterà e stabilirà le misure relative alle possibilità di pesca della CGPM per il Mediterraneo e il Mar Nero in una riunione che si terrà l’11 e 12 dicembre prossimi.
La tutela della pesca e della biodiversità nel Mediterraneo e nel Mar Nero
La Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM) ha dato il via a nuovi strumenti per tenere traccia delle attività di tutte le flotte operanti nel Mediterraneo e nel Mar Nero, condividendo i piani di gestione pluriennali (POP).
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Si tratta di dare seguito ai casi di inosservanza mediante misure adeguate e proporzionate. Inoltre sarà impiegato un pattugliatore dell’Agenzia europea di controllo della pesca (EFCA) in modo permanente. Una garanzia necessaria e fondamentale a tutela della politica comune della pesca (PCP).
Le misure concordate
La tracciabilità dei prodotti della pesca diventa sempre più essenziale per combattere le pratiche illegali, non dichiarate e non regolamentate (INN).
- Sono stati quindi definiti nuovi sistemi di documentazione delle catture per il corallo rosso nel Mediterraneo e per il rombo nel Mar Nero.
- La CGPM istituisce un gruppo di lavoro permanente per adottare una tabella di marcia per la decarbonizzazione delle attività di pesca. E’ il primo nel suo genere.
- Per farlo ci si concentrerà su azioni per promuovere un settore più resiliente contro le crisi energetiche e la riduzione dell’impronta di carbonio. Saranno inoltre promossi studi per valutare l’impatto degli attrezzi da pesca sul fondo marino.
- Un nuovo piano pluriennale per la gestione sostenibile del pesce delfino. Tale proposta si basa su una proposta congiunta UE-Tunisia, i principali attori di questa pesca.
- Inoltre la CGPM ha adottato una strategia per proteggere le specie vulnerabili e ha lanciato un Osservatorio per le specie non indigene. In questo contesto l’organizzazione della pesca ha avviato studi pilota per valutare la possibilità di estendere il divieto di pesca a strascico fino alle acque più vicine alla superficie, fino a 800 metri.
- Consolidate le misure esistenti nell’ambito del piano di gestione pluriennale per l’anguilla europea. Misure a lungo termine saranno determinate il prossimo anno, sulla base dei risultati di un programma di ricerca regionale.
- Mantenendo le misure degli anni precedenti, la CGPM ha deciso infine di rafforzare la zona di restrizione della pesca (FRA) nel Golfo del Leone. L’UE, il Marocco e l’Algeria hanno inoltre convenuto di attuare un FRA nel Cabliers Mound.
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