Terra&Tech, il programma per una viticoltura più sostenibile che sappia coniugare tradizione e innovazione

Promosso da Filiera Futura e I3P, il progetto punta a individuare i bisogni attuali dell'industria vitivinicola italiana per trovare soluzioni innovative con il coinvolgimento delle startup.

Terra&Tech
Alcuni dei protagonisti del progetto Terra&Tech © Elisabetta Scuri/Canale Energia

“La filiera vitivinicola è strategica per l’intero Paese. È presente su tutto il territorio nazionale e ha vissuto, nel corso degli ultimi anni, un’evoluzione importante anche dal punto di vista della percezione dei consumatori. È una filiera che non può rimanere ferma e che ha la necessità di interrogarsi riguardo agli ambiti di innovazione che la possono riguardare”. È con queste parole che, il 17 novembre a Milano, il presidente di Filiera Futura, Francesco Cappello, ha presentato il progetto Terra&Tech.

Il presente e il futuro dell’industria vitivinicola

Si tratta di un inedito programma di innovazione per “la viticoltura di domani”, organizzato e promosso da Filiera Futura – un’associazione che dal 2020 lavora in tutta Italia per innovare il settore agroalimentare e valorizzare i prodotti di qualità – e da I3P, incubatore di imprese innovative del Politecnico di Torino. “Abbiamo scelto il capoluogo lombardo, e Cariplo Factory nello specifico, per la presentazione di questo progetto perché startup e innovazione rappresentano due parole chiave nell’ambito di questa iniziativa”, ha detto Cappello.

Le varie fasi del progetto Terra&Tech

L’obiettivo di Terra&Tech è stimolare l’evoluzione della filiera vitivinicola italiana mediante l’adozione di soluzioni digitali e tecnologie innovative che, come ha spiegato la direttrice di I3P Paola Mogliotti, contribuiscano a incrementare i livelli di sostenibilità e competitività delle aziende.

Prima di tutto, verranno individuate le esigenze attuali del settore, interrogando direttamente gli attori principali della filiera, con una serie di incontri in Piemonte, Veneto, Puglia o Sicilia e altre regioni in fase di definizione. Raccolte le criticità e i fabbisogni manifestati, ed effettuata un’analisi di tendenze e best practice, avverrà il lancio di una call for startup, fondamentale per coinvolgere realtà imprenditoriali capaci di fornire soluzioni adeguate. Seguirà una fase di sperimentazione, con l’adozione delle nuove tecnologie direttamente sul campo.

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Le tempistiche del progetto © Elisabetta Scuri/Canale Energia

Le sfide affrontate dalle aziende agricole

“Il nostro territorio, quello dell’Oltrepò pavese, è ricco di imprenditori giovani e di sperimentatori; per questo, è ideale per affrontare un percorso simile”, ha commentato Stefano Calatroni, titolare dell’omonima azienda agricola in provincia di Pavia. “Le possibilità legate all’innovazione sono talmente tante, che è difficile tenere il passo. Pertanto, riteniamo che la formazione sia il primo passo”.

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La tavola rotonda con le aziende agricole © Elisabetta Scuri/Canale Energia

“Va bene il rispetto per la tradizione, ma bisogna guardare avanti, non indietro”, ha concordato Claudio Conterno, dell’azienda agricola Conterno Fantino, in provincia di Cuneo. “Noi siamo un’azienda biologica, che guarda molto alla transizione energetica e agli obiettivi climatici fissati per il 2030. Le nuove tecnologie aiutano moltissimo in questo percorso: dalla progettazione di macchine più leggere e più performanti che permettano di preservare la salute del suolo, all’irrigazione di precisione”.

L’adattamento ai cambiamenti climatici

A questo proposito è intervenuto Giovanni Di Mambro, COO e co-founder di Elaisian, una startup che offre servizi per la digitalizzazione delle aziende agricole. “La tecnologia può aiutare i viticoltori a raccogliere dati preziosi sulle condizioni meteorologiche, sul fabbisogno idrico delle viti e sulla presenza di insetti pericolosi”, consentendo loro di ridurre l’impiego di una risorsa essenziale come l’acqua e di tutelare le piante dagli attacchi patogeni e dall’impatto dei cambiamenti climatici.

Anche la viticoltura, infatti, è un settore che risente del riscaldamento globale: l’aumento delle temperature può anticipare la fase di germogliamento delle viti, mettendo a rischio i germogli nel caso di successive gelate. Allo stesso tempo, può portare a una maturazione precoce delle uve, a un’anticipazione della vendemmia e alla produzione di vini dalle caratteristiche organolettiche alterate. A tutto questo si aggiungono i fenomeni estremi come le ondate di calore, la siccità, gli incendi e i nubifragi, sempre più frequenti e intensi.

La mitigazione dell’impatto e l’economia circolare

Accanto alle strategie di adattamento, le aziende sono chiamate a impegnarsi direttamente nella mitigazione dei cambiamenti climatici e nella riduzione del proprio impatto ambientale. È proprio questo l’obiettivo de L’Anello Forte, l’associazione fondata da quattordici viticoltrici di Monforte d’Alba, nelle Langhe, per un’economia circolare di prossimità.

“Proprio perché la mentalità contadina prevede di non buttare via niente, ci stiamo impegnando a dare nuova vita agli scarti della nostra filiera: dalla carta alla plastica, dai tappi di sughero alle vinacce”, ha spiegato la vicepresidente Laura Clerico, dell’azienda agricola Domenico Clerico. “Per esempio, stiamo affidando la realizzazione delle scatole di cartone per le bottiglie a una cartiera che impiega carta da macero. Inoltre, raccogliamo i tappi di sughero e li conferiamo a una cooperativa locale che li trasforma in pannelli isolanti per la bioedilizia”. Le quattordici viticoltrici hanno anche un’altra ambizione: dimostrare che il mondo del vino appartiene anche alle donne, che sono pronte a contribuire alla sua evoluzione.

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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.