Per migliorare l’efficienza della ristorazione rispetto alla riduzione dello spreco alimentare si stanno provando diverse strade. La ristorazione fuori casa assume un ruolo centrale nel contenimento degli sprechi e come centro di rieducazione al riuso degli alimenti. Un esempio interessante è quanto sta facendo Milano Ristorazione che dal 2017 usa coperti compostabili: “La prima cosa con cui si confrontano i bambini a mensa è il piatto con cui mangiano”, spiega in apertura del mensile di gennaio 2019 di Canale Energia l’amministratore unico della società Fabrizio De Fabritiis. “Nei prossimi anni contiamo di poter servire con questi materiali anche le diete speciali. Queste infatti per loro tipologia devono essere confezionate termosaldate e al momento non c’è un prodotto biocompostabile che lo permette. Stiamo lavorando con la società produttrice di questo materiale, la Novamont, per sviluppare un prodotto in grado di rispondere anche a questa esigenza”.
In questo modo, finito il pasto, i bambini possono buttare tutto nella raccolta dell’umido questa viene poi gestita dall’Amsa servizi, società specializzata del comune di Milano, del gruppo a2a. “Sono stati fatti due test della nostra frazione umida ed è emerso come sia molto adatta al recupero”, spiega De Fabritiis che aggiunge essere in corso anche un progetto dedicato ai grassi di cucina, sempre in sinergia con enti e consorzi specializzati.
Prevenire lo spreco alimentare
Lo spreco alimentare si può anche prevenire. “Abbiamo realizzato già dal 2016 l’iniziativa ‘Frutta a metà mattina’ in cui anticipiamo come merenda della mattina il consumo della frutta prevista a termine del pranzo”, continua De Fabritiis. “In questo modo il bambino mangia la frutta evitando altri tipi di merendine e aumentando il consumo di un prodotto naturale. I risultati di questa iniziativa sono stati subito misurabili. Già al termine del primo anno il Banco alimentare con cui collaboriamo ci ha fornito i dati di scarti di pane e frutta e abbiamo visto come siano nettamente diminuiti. I bambini arrivavano a pranzo più affamati, scartavano meno cibo e pane e mangiavano più frutta”.
Tutte iniziative che hanno un ritorno reputazionale e di accettabilità del pasto a scuola, che però rappresentano un costo, come sottolinea De Fabritiis “oggi non sono attività che valorizzano l’aspetto economico, ma ci siamo sentiti di assumere queste attività con il comune di Milano, perché come realtà guardiamo con attenzione all’impatto ambientale delle nostre iniziative”.
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