Oggi 16 ottobre è la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, iniziativa promossa dalla Fao.
In questa occasione diverse sono le voci che si fanno sentire del mondo ambientalista ma anche della produzione agricola per agire in modo costruttivo sul nostro habitat.
Deforestazione e industria alimentare
Il WWF lancia l’allarme: il 90% della deforestazione globale è direttamente legato alla produzione alimentare. L’organizzazione invita l’UE a non ritardare ulteriormente l’implementazione del regolamento europeo “anti-deforestazione”, che dovrebbe entrare in vigore il 30 dicembre 2024. Ogni anno di ritardo nell’attuazione delle normative richieste, secondo il WWF, costerebbe al pianeta 3 milioni di ettari di foreste tropicali.
Secondo l’Ong, l’attuale sistema alimentare globale è insostenibile in quanto: utilizza il 40% delle terre non coperte da ghiacci, è il principale responsabile della perdita di biodiversità, consuma il 70% delle risorse idriche globali e produce oltre il 25% delle emissioni di gas serra. Nonostante questo enorme sfruttamento di risorse, circa un terzo della popolazione mondiale soffre ancora la fame.
L’UE è il secondo maggior responsabile per la deforestazione tropicale globale dopo la Cina. In questo scenario, l’Italia è il secondo maggiore consumatore europeo di materie prime legate alla deforestazione.
A causa dell’alto consumo di prodotti come, olio di palma, carne bovina e soia, al Bel Paese è imputabile la scomparsa di 36.000 ettari di foreste l’anno. Ogni cittadino italiano è quindi reo della distruzione di circa 6 metri quadrati di foreste.
Nonostante ciò stando al quinto rapporto sulla povertà alimentare di ActionAid, “I numeri della povertà alimentare in Italia a partire dalle statistiche ufficiali” nel 2023 sono 4,9 milioni gli italiani – l’8,4% della popolazione over 16 – che non potuto permettersi un pasto completo ogni due giorni. Mentre per 2,9 milioni di persone, equivalente al 5,8% degli italiani sopra i sedici anni, c’è l’impossibilità di mangiare fuori casa con parenti o amici almeno una volta al mese. Cresce anche di un punto percentuale dei tassi di deprivazione materiale e sociale – 500mila persone per ciascun indice, rispetto al 2022, segnando un’inversione di tendenza dopo anni di calo. A salire del 40% sono anche gli aiuti alimentari distribuiti negli ultimi 5 anni.
Un ulteriore rinvio del Regolamento anti-deforestazione
La speranza risiede approvazione del Regolamento anti-deforestazione (EUDR) da parte dell’UE che, a partire da fine 2024, imporrà rigorosi controlli sulla provenienza di quei prodotti direttamente imputabili alla deforestazione. Tuttavia, il recente annuncio della Commissione europea di posticipare l’entrata in vigore del regolamento al 2025 rischia di costare caro al pianeta come chiarisce Eva Alessi, responsabile della sostenibilità del WWF Italia, si tratta di “continuare a sacrificare ecosistemi cruciali per fare spazio a piantagioni e allevamenti intensivi”. E’ necessario quindi intervenire per garantire che il cibo che consumiamo non contribuisca alla distruzione delle foreste. Dal calcolo effettuato dall’Ong ogni minuto di rinvio costa la scomparsa di 8 campi da calcio di foresta tropicale vergine.
La soia è il legume più costoso per la biodiversità
Il principale responsabile della deforestazione è la soia, sempre più largamente utilizzata come mangime per quasi tutti i tipi di allevamenti. Le coltivazioni del legume servono per sfamare gli oltre 80 miliardi di animali allevati per lo sfruttamento umano, imponendo quindi una riflessione sulla necessità di fare scelte più etiche al supermercato prediligendo una dieta che preveda un utilizzo inferiore di carne, uova, latticini e derivati.
Crescono le scelte vegane in Italia
Nonostante il forte impatto della soia la scelta vegana sembra ancora tra le più sostenibili per l’ambiente. Stando ai dati del Rapporto Italia 2024 dell’Eurispes, il 7,2% degli italiani ha scelto di seguire un’alimentazione vegetariana, mentre il 2,3% si dichiara vegano. Registrando un aumento del +2,9% della popolazione che segue questa scelta.
Tra i vantaggi di questa alimentazione, secondo gli intervistati, vi è la sensazione di una migliore condizione fisica (86,4%), la facilità di mantenere il peso forma (73,3%) e una maggiore creatività in cucina (66,5%).
Secondo l’Organizzazione internazionale protezione animali, Oipa. “A parte i vantaggi sulle condizioni fisiche che possono derivare dall’alimentazione cruelty-free, questo dato è un importante passo avanti verso un’alimentazione etica e sostenibile e indica una presa di coscienza del grande dolore di esseri senzienti contenuto negli allevamenti e nei mattatoi, senza considerare lo scempio dei mari e di chi li abita causato dalla pesca”.
🌍🍽️ Negli ultimi due anni, crisi pandemiche, climatiche e geopolitiche hanno messo a dura prova la sicurezza alimentare. In Italia, l’8,4% della popolazione vive in povertà alimentare.
Leggi il nostro nuovo report! https://t.co/GqHV7vuKPS pic.twitter.com/3WJQwWKiKt— ActionAid Italia (@ActionAidItalia) October 16, 2024
Nella Giornata mondiale dell’alimentazione importante ricordare il ruolo dello spreco alimentare
Secondo una elaborazione Coldiretti su dati Waste Watcher 2024, gli italiani sprecano circa 1,8 miliardi di chili di cibo con pesanti riflessi sull’ambiente e sull’economia.
Di fatto è lo spreco alimentare a causare oltre la metà sul totale del valore del cibo gettato, soprattutto dagli utenti finali. Le due tipologie di cibo che viene maggiormente sprecato sono frutta e verdure. Secondo Coldiretti questo accade anche perché spesso provenienti da lunghe distanze, con il risultato di andare a male poco dopo essere state acquistate. Non a caso l’Ispra ha evidenziato come le vendite dirette con gli acquisti a km zero tagliano del 60% lo spreco.
Leggi anche: Come la smart city guarda alla filiera agrolimentare
Nel frattempo, il WWF incoraggia i consumatori a fare la propria parte, preferendo carne e derivati provenienti da allevamenti sostenibili. Solo così, conclude Alessi, “potremo costruire un sistema alimentare che protegga le foreste e contribuisca alla lotta contro il cambiamento climatico”. Il WWF, attraverso la sua campagna “Our Future”, denuncia come la distruzione delle foreste sia spesso invisibile al consumatore. Prodotti comuni come pollo, pesce, caffè e cioccolato, che finiscono quotidianamente sulle nostre tavole, sono spesso direttamente legati alla scomparsa delle foreste tropicali e alla conseguente distruzione di habitat vitali per specie animali che presto diventeranno a rischio estinzione
Il decalogo anti spreco di Coldiretti
In parte è un problem a di cultura e di gestione domestica lo spreco alimentare. Per questo Coldiretti sta portando avanti l’iniziativa “Campagna Amica”, per cui ha realizzato una sorta di decalogo di strategie antispreco.
Decalogo antispreco di campagna amica
1) Fai la lista della spesa
2) Procedi con acquisti ridotti e ripetuti nel tempo
3) Preferisci le produzioni locali e compra nei mercati a km 0
4) Acquista seguendo la stagionalità dei prodotti
5) Prendi la frutta con il giusto grado di maturazione
6) Separa le diverse varietà di frutta e verdura
7) Non tenere insieme i cibi che consumi in tempi diversi
8) Controlla sempre l’etichetta
9) Chiedi la doggy bag al ristorante per consumare a casa gli avanzi
10) Cucina con gli avanzi ricette antispreco
Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.