Entra nel vivo il progetto “Precision Sheep”, presentato nei giorni scorsi a Grosseto dal Consorzio tutela Pecorino Toscano DOP, che vuole creare un nuovo modo di fare impresa agricola puntando sull’agricoltura di precisione per migliorare la produzione agricola, l’alimentazione e l’allevamento delle pecore. A promuoverlo l’Università di Pisa, la Scuola Superiore Sant’Anna, la società Aedit, Anci Toscana e tre caseifici cooperativi di Manciano, di Sorano e della Val d’Orcia, cui fanno da conferitori di latte circa 500 allevatori.
L’intervista al direttore del Consorzio Tutela Pecorino Toscano DOP, Andrea Righini.
Come nasce e perché si sviluppa Precision Sheep? A quanto ammontano le risorse che userete per il progetto e chi supporterà l’iniziativa?
Nasce da oltre 10 anni di attività di ricerca e sperimentazione sul campo sostenute dal Consorzio, con l’aiuto dei fondi specifici del Psr, che hanno contribuito a elaborare un piano di azione mirato, con risultati già acquisiti nelle prove sperimentali, che saranno ampliati come numero di aziende coinvolte e come applicazione dei misuratori, in forma digitalizzata. Il progetto prevede un importo complessivo di 313.923 euro.
Cosa prevede la fase 2 che sta per iniziare?
Stiamo entrando nella fase operativa, che prevede l’incontro delle aziende agricole. Ognuna sarà seguita da un agronomo e da un veterinario in maniera esclusiva e secondo le sue caratteristiche. I tecnici, coordinati dal Consorzio con la consulenza scientifica dell’Università di Pisa e della Scuola Superiore S. Anna di Pisa, aiuteranno le aziende a gestire la parte agronomica, di alimentazione e sanitaria dei greggi con le metodiche dell’agricoltura di precisione, limitando le colture annuali a favore di quelli pluriennali, scegliendo le essenze foraggere in base alle qualità e caratteristiche dei terreni, al numero di capi allevati, alle esigenze di autoprodurre la quasi totalità dei foraggi e delle granelle necessarie. Verrà introdotta anche la razione alimentare dei gruppi nei quali sarà suddiviso ogni gregge, gestendo, ogni quindici giorni, l’adeguamento della razione in base alle esigenze specifiche degli animali.
L’agricoltura di precisione produce dei benefici in termini di risparmio di acqua ed energia e di gasolio: avete già effettuato delle misure o delle stime? Quali sono le previsioni?
I risparmi non sono stati ancora né stimati né misurati. Saranno comunque consistenti in quanto sarà portato a zero il consumo di alimenti concentrati, quasi eliminate le colture annuali a favore di quelle pluriennali, sarà proposta agli agricoltori la pratica della sub irrigazione, già attuata da un’azienda nella fase preparatoria con ottimi risultati.
Come prevedete di ridurre l’impatto ambientale del trasporto del latte ovino?
A oggi non è stata affrontata questa questione. Sarà oggetto di successive valutazioni.
Citate un “nuovo modo di fare impresa agricola, cercando di migliorare tutti i parametri e i fattori di competitività dell’azienda”: a quali aspetti vi riferite?
Con la fase preparatoria, che ha coinvolto cinque aziende con diverse organizzazioni aziendali, la percentuale delle nascite andate a buon fine ha sfiorato il 100 cento per cento, la produzione quantitativa di latte è raddoppiata, la qualità casearia del latte è migliorata con rese elevate di quasi tre punti percentuali e qualità organolettiche del Pecorino Toscano DOP prodotto notevolmente migliorate. Capacità da parte degli allevatori di produrre tutto l’anno, con la gestione dei gruppi gregge, aumentando la resa economica anche grazie al pagamento stagionale del latte.
Con l’agricoltura di precisione quali sono i benefici per l’alimentazione e l’allevamento delle pecore? E per la salute delle piante, in riferimento all’uso di fitofarmaci, fertilizzanti e semi?
I benefici sono molteplici perché si passa da un’alimentazione basata su un mix di colture attuate in azienda e di alimenti concentrati acquistati a una razionalizzazione delle colture aziendali che saranno poi utilizzate come razione alimentare bilanciata sulle esigenze dei gruppi gregge. L’uso di fitofarmaci viene limitato notevolmente poiché le pratiche colturali di precisione assicurano una maggiore resistenza ai parassiti. Le analisi dei terreni, le valutazioni agronomiche su granulometria, esposizione e giacitura consentono di limitare l’apporto dei fertilizzanti ai soli indispensabili, evitando l’utilizzo di preparati standard.
Nella sua applicazione avete incontrato barriere di natura tecnica, economico-finanziaria e/o conoscitive?
Siamo appena partiti e quindi è presto per queste valutazioni.
Quanto è importante creare una “squadra”, composta da ricercatori, allevatori e imprenditori, per promuovere la diffusione delle competenze e la competitività delle imprese locali?
È importante anche se molto difficile. Non sempre gli operatori riescono a cogliere l’importanza di essere i protagonisti del loro futuro, insieme ai ricercatori.
Citate un’agricoltura di precisione sempre più innovativa e al passo con le sfide del nostro tempo: prevedete una collaborazione con impianti locali di produzione di biogas?
Al momento non è stata affrontata questa opportunità.
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