La Commissione Europea ha dichiarato il Camerun come un paese “non cooperante” contro la pesca illegale. La decisione dei primi di gennaio prevede che gli Stati membri UE debbano rifiutare qualsiasi forma di pesca dal Camerun anche se accompagnata da certificati di garanzia nazionale.
La pesca illegale rappresenta un grave danno per l’ecosistema mondiale, per questo è un fenomeno bandito dalla Unione europea. Si stima che ogni anno tra 11 e 26 milioni di tonnellate di pesce vengano catturati illegalmente. Si tratta di circa il 15% delle catture mondiali.
“Una pesca sostenibile e una migliore governance degli oceani vanno di pari passo e la Commissione è fermamente impegnata a favore di entrambe” sottolinea in una nota Virginijus Sinkevičius, Commissario per l’ambiente, gli oceani e la pesca. “Abbiamo tolleranza zero nei confronti della pesca INN e pertanto la Commissione ha agito con forza oggi dando al Camerun un cartellino rosso. Rimaniamo pronti a continuare il nostro dialogo con il Camerun al fine di affrontare le minacce che la pesca INN rappresenta per la sostenibilità degli stock ittici, delle comunità costiere, della sicurezza alimentare e dei mezzi di sussistenza dei pescatori e delle donne che rispettano le regole”.
L’azione deriva dalla messa in atto del “regolamento INN” sulla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata, entrato in vigore nel 2010.
Perchè il Camerun è un paese non cooperante nella pesca illegale
La Commissione europea ha registrato il persistere di gravi carenze a cui ha fatto seguito una prima notifica datata febbraio 2021. Nell’atto si imputava al Paese l’incapacità di garantire un controllo adeguato sulla flotta peschereccia nazionale in grado di prevenire attività di pesca illegale. Al persistere di tali attività tra cui anche la registrazione di un peschereccio dichiaratamente INN di cui però manca il monitoraggio delle attività è partita l’azione Europea.
La Commissione proporrà quindi al Consiglio dell’UE di aggiungere il Camerun all’elenco dei paesi non cooperanti.
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