Ogni americano spreca in media un chilo di cibo al giorno. Un dato che equivale al 25% del peso del cibo disponibile negli Stati Uniti e al 30% delle calorie totali del Paese. Sono i numeri sconcertanti emersi da uno studio, pubblicato sulla rivista PLOS One, realizzato dai ricercatori dell’Università del Vermont e del Dipartimento dell’Agricoltura dell’Università del New Hampshire.
I costi
Questo spreco di cibo provoca un impatto ambientale notevole. Si parla di 30 milioni di acri di terra coltivabile e 4,2 trilioni di litri d’acqua. Inoltre va considerato l’uso di fertilizzante e il rischio annesso di contaminazione del terreno e delle acque.
Dati analizzati
Lo spreco totale di cibo potrebbe tuttavia essere superiore rispetto alle stime fatte dalla ricerca. I dati sono infatti stati raccolti analizzando i rifiuti dei consumatori prodotti a casa o quando mangiavano fuori. In questo modo non sono stati, ad esempio, presi in considerazione i rifiuti del sistema agricolo o del ristorante o il cibo sprecato all’interno dei supermercati.
I cibi più sprecati
Dallo studio emerge, inoltre, come i cibi più sprecati siano quelli più salutari come frutta e verdura. Questi alimenti rappresentavano il 39% della quantità di cibo sprecata per singola persona. A seguire, in seconda e terza posizione, troviamo rispettivamente il latte e la carne di manzo.
Il “Food Innovation Global Mission”
Il tema del cibo è, in generale, una questione importante che deve essere affrontata in maniera adeguata valutandone sia gli aspetti ambientali sia quelli legati all’innovazione tecnologica. A quest’ultimo aspetto, in particolare, è dedicata l’iniziativa “FOOD INNOVATION GLOBAL MISSION” in partenza da Bologna il prossimo 12 maggio. Il progetto, patrocinato dal Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, è una missione di due mesi nei principali food tech hub del mondo (Amsterdam, Madrid, Valencia Berlino, Toronto, New York, San Francisco, Tokyo, Hong Kong, Shanghai, Mumbai e Bangkok). L’obiettivo è promuovere l’incontro con aziende, startup, makers, scienziati, rappresentanti istituzionali. In questo modo si vuole favorire un approccio più sostenibile e consapevole all’alimentazione, sviluppare nuove tecnologie e innovazioni nel settore alimentare e rafforzare il collegamento tra mondo della formazione, mondo della ricerca/innovazione e mondo makers. Oltre a questo il progetto punta a formare giovani talenti che possano diventare i “future food leaders”.
Nell’iniziativa sarà coinvolta la delegazione del “Food Innovation Program”, Master internazionale di secondo livello sulla Food Innovation organizzato dall’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Future Food Institute di Bologna e l’Institute For the Future di Palo Alto.
Le quattro tematiche
I quattro pilastri tematici dell‘iniziativa saranno: sostenibilità e economia circolare, futuro delle proteine, innovazione agricola in contesti rurali ed urbani sempre più “smart”, il futuro dei food service. Per ogni ambito di ricerca verrà realizzata una pubblicazione di approfondimento e una collana di documentari.
La campagna “Future Food 4 Climate Change”
Nell’ambito del progetto sarà promossa anche la campagna “Future Food 4 Climate Change”, che coinvolgerà centinaia di advocates e influencer in tutto il mondo. L’iniziativa godrà del supporto dei Climate Leaders del Youth Climate Leaders Network, il più importante “Climate Co-Lab” di giovani del mondo. Testimonial della campagna #FF4CC, l’attivista e noto imprenditore americano del settore dell’Healthy beverage Marc Buckley. Il manager è anche coordinatore del Climate Reality Project di Al Gore per Austria e Germania.
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