L’Italia aderisce al Nodo Nazionale di MIRRI-ERIC sui microrganismi

Nuove prospettive per scienza e industria

L’Italia compie un passo strategico nel settore della ricerca sui microrganismi aderendo al consorzio europeo MIRRI-ERIC, un’infrastruttura dedicata alla conservazione, caratterizzazione e valorizzazione delle risorse microbiche. Con il coordinamento dell’Università di Torino e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il nodo italiano dell’infrastruttura si pone l’obiettivo di rafforzare l’accesso a microrganismi di alta qualità e di promuoverne l’utilizzo in ambiti cruciali come salute, agroalimentare, energia e ambiente.

La presentazione ufficiale è avvenuta il 5 marzo presso il Rettorato dell’Università di Torino, evidenziando il ruolo dell’Italia come punto di riferimento europeo per la biodiversità microbica. Grazie al progetto PNRR SUS-MIRRI.IT, finanziato con circa 17 milioni di euro, il nostro paese ha consolidato un network, il Joint Research Unit MIRRI-IT (2017), che coinvolge 27 istituzioni e oltre 100.000 ceppi di virus, batteri, lieviti, funghi e microalghe, contribuendo allo sviluppo di nuove tecnologie e applicazioni biotecnologiche.

I microrganismi rappresentano la forma di vita predominante sulla Terra e giocano un ruolo chiave negli ecosistemi. Sono essenziali per regolare i cicli biogeochimici, supportare la fertilità del suolo e garantire la produttività degli ecosistemi terrestri e acquatici. Il loro studio è cruciale per sviluppare soluzioni innovative in numerosi settori. Antonio Moretti, direttore del CNR-ISPA e delegato italiano in MIRRI-ERIC, sottolinea come il 90% della biodiversità microbica sia ancora sconosciuto, ma il suo potenziale sia immenso. Comprendere e sfruttare questa risorsa significa migliorare la sicurezza alimentare, sviluppare biomateriali innovativi e favorire un’agricoltura più sostenibile riducendo l’uso di fertilizzanti e pesticidi.

Un potenziamento per la ricerca e l’industria italiana

Il progetto PNRR SUS-MIRRI.IT, avviato nel 2022, ha permesso il potenziamento delle infrastrutture di ricerca italiane, finanziando attrezzature scientifiche d’avanguardia e ampliando la capacità di raccolta e analisi dei microrganismi. Ad oggi, il catalogo nazionale conta 38.000 ceppi microbici, con 5.500 nuovi campioni inseriti e altri 5.600 caratterizzati. Inoltre, sono stati attivati 56 nuovi servizi di analisi microbiologiche e sviluppate procedure standardizzate per il loro isolamento, conservazione e riutilizzo. Un altro risultato significativo è il lancio della prima call di Transnational Access (TNA/NOA), con 23 richieste ricevute e 15 progetti selezionati per accedere alle risorse microbiche italiane. Sul fronte della formazione, il progetto ha erogato 30 corsi di alta specializzazione, coinvolgendo oltre 1.200 partecipanti, e promosso un’intensa attività di pubblicazione scientifica con 51 lavori già pubblicati.

consorzio europeo MIRRI-ERIC microrganismi
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L’integrazione dell’Italia in MIRRI-ERIC apre nuove prospettive per la ricerca e l’industria. Tra le applicazioni più promettenti emergono l’agroalimentare e la sostenibilità, con l’uso di microrganismi per biofertilizzanti naturali, il controllo biologico dei parassiti e il miglioramento della resilienza delle piante, riducendo così l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici. Le biotecnologie ambientali consentono l’impiego di consorzi microbici per il biorisanamento di suolo e acqua contaminati, oltre alla decomposizione e al riciclo dei rifiuti agricoli. Nel campo della salute pubblica e della sicurezza alimentare, la ricerca sui microrganismi contribuisce allo sviluppo di protocolli di rilevamento rapido per patogeni emergenti e tossine alimentari, con strumenti avanzati per la sorveglianza antimicrobica e la prevenzione delle contaminazioni. Anche l’industria farmaceutica e cosmetica beneficia della bioprospezione di nuove molecole bioattive per antibiotici, immunostimolanti, antitumorali e composti naturali per la cosmetica. Nel settore alimentare, lo sviluppo di proteine alternative attraverso fermentazione di precisione, microalghe e batteri offre nuove opportunità per innovare la produzione di cibo e integratori. A sottolineare ciò è Antonio Moretti, direttore del CNR-ISPA, il quale spiega: “La biodiversità microbica ha un’importanza fondamentale nei vari ecosistemi per la salute dei vegetali, degli animali e dell’essere umano, e approfondirne la conoscenza è fondamentale per il progresso della ricerca e dell’innovazione nelle scienze della vita e nella biotecnologia, nonché per una bioeconomia sostenibile, competitiva e resiliente. La caratterizzazione dei microbiomi, l’identificazione di specie microbiche ancora ignote e la comprensione delle loro funzioni e interazioni costituiscono la base per lo sviluppo di strategie per l’utilizzo mirato e il controllo della biodiversità microbica nella filiera agroalimentare soprattutto per la riduzione dell’impiego di concimi e pesticidi, in un’ottica di sostenibilità, per un miglioramento della qualità, la sicurezza e della competitività dei prodotti agro-alimentari”.

consorzio europeo MIRRI-ERIC microorganismi
Botrytis cinerea , importante patogeno, noto gergalmente come la muffa grigia della vite

L’Italia è uno dei pochi paesi al mondo a vantare una rete così ampia di collezioni microbiche, che rappresentano una risorsa preziosa per la scienza, l’industria e la bioeconomia. Partecipare a MIRRI-ERIC significa valorizzare questo patrimonio, rafforzando la collaborazione con altri paesi europei e accedendo a finanziamenti e progetti di ricerca di alto livello. Giovanna Cristina Varese, coordinatrice del Nodo Nazionale delle collezioni di microrganismi, sottolinea come questa infrastruttura possa offrire nuove opportunità per lo sviluppo di tecnologie avanzate e applicazioni industriali, posizionando l’Italia tra le eccellenze europee nel settore della microbiologia applicata.

Un’adesione che contribuisce a creare opportunità per collaborazioni internazionali e sinergie con istituzioni pubbliche, aziende biotecnologiche e centri di ricerca europei. Il Nodo Nazionale Italiano è già in dialogo con enti governativi e industrie per garantire che la conoscenza microbica possa tradursi in innovazioni concrete e vantaggi economici. Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino, evidenzia l’importanza di questa iniziativa per la crescita del sistema di ricerca nazionale, sottolineando come grazie a MIRRI-ERIC e al PNRR l’Italia abbia oggi le basi per una ricerca sempre più avanzata e competitiva, capace di rispondere alle sfide globali della sostenibilità e della sicurezza alimentare.

Un’ infrastruttura insomma con cui poter giocare un ruolo chiave nella transizione ecologica e nell’innovazione biotecnologica, mettendo al centro della sua strategia il potenziale inesplorato dei microrganismi.


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