L’insostenibile produzione degli avocado

Ogni kg costa all’ambiente 2,5 kg di CO2

L’avocado è diventato l’alimento simbolo di chi vuole avere una dieta sana ed equilibrata. A causa della sua crescente popolarità in Europa e America del Nord, la produzione mondiale di questo frutto è triplicata in poco più di 20 anni. La filiera di coltivazione e distribuzione degli avocado, però, è tutt’altro che salutare. Un articolo del ricercatore Thomas Davies, della Lancaster University, pubblicato su The Conversation ci spiega perché.

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Un kg di avocado costa all’ambiente 2,5 kg di CO2

Gli avocado sono originari dell’America centrale e meridionale, dove il clima caldo e temperato offre condizioni di crescita ideali. Tuttavia, come gran parte dell’agricoltura moderna, la maggior parte delle piantagioni di avocado fa affidamento su fertilizzanti e combustibili fossili, contribuendo all’aumento delle emissioni di gas serra. Il problema è che per la natura stessa della pianta, le piantagioni di avocado hanno una resa inferiore rispetto ad altre colture e quindi, in proporzione, un’impronta di carbonio più elevata per chilogrammo di frutta.

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La rivista scientifica Science ha riportato che in media gli avocado generano circa 2,5 kg di CO₂ equivalente per kg: si tratta di tutti i gas serra derivanti dalla produzione e dal trasporto, come anidride carbonica, metano e protossido di azoto. Per fare un esempio, la carbon footprint degli avocado è più del doppio di quella delle banane (0,9 kg di CO2 per kg) e oltre cinque volte superiore a quella delle mele (0,4 kg di CO2 per kg).

Uso eccessivo di acqua

Le grandi distanze, che gli avocado spesso percorrono, non sono il problema principale. Davies ha sottolineato che stragrande maggioranza di questi viene spedita in blocco, generando un contenuto di carbonio relativamente basso rispetto all’enorme quantità di prodotto spedita. Anche quando vengono trasportati per migliaia di chilometri, la spedizione produce solo 0,2 kg di CO2 per kg di avocado, che è molto inferiore all’impronta ecologica derivante dalla loro coltivazione.

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Gli alberi di avocado, infatti, richiedono molta acqua: il risultato è in media mille litri per kg prodotto. Tale valore è superiore a quello della maggior parte degli altri frutti e verdure, anche se inferiore a quello di alcuni cereali come il riso. Il problema è che gli avocado vengono coltivati ​​in regioni già soggette a stress idrico. Il Messico, il maggiore produttore mondiale di avocado, sta attraversando periodi prolungati di siccità, quindi l’irrigazione delle piantagioni di avocado potrebbe compromettere l’accesso all’acqua della popolazione locale. E la questione dell’equa distribuzione dell’acqua potrebbe peggiorare nei prossimi decenni. La tecnologia in questo può fare molto. Ad esempio in Italia c’è un’azienda che sta provando ad applicare un modello di agricoltura rigenerativa,  che sta agendo per limitare gli sprechi di acqua e impattare il meno possibile sul terreno.

Un rischio per la biodiversità

Ci sono anche gli impatti sull’ambiente da considerare: tradizionalmente, gli alberi di avocado venivano piantati in appezzamenti misti con altre colture e raccolti come alimento di sussistenza, con l’esportazione solo del surplus. Tale pratica è cambiata con l’aumento della domanda da parte degli Stati Uniti e dell’Europa.

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Oggi questo frutto viene coltivato ​​principalmente per essere esportato. Le monocolture hanno soppiantato altre colture autoctone e sono molto più vulnerabili ai parassiti e alle malattie rispetto alle piantagioni miste. Tutto ciò significa che è necessario utilizzare maggiori volumi di pesticidi chimici e fertilizzanti sintetici. Questi, a loro volta, influiscono negativamente sulla biodiversità, sulla qualità del suolo e sulla salute umana.

In alcune regioni, le nuove piantagioni di avocado stanno provocando deforestazione. Ogni anno nello stato di Michoacán, in Messico, da cui provengono la maggior parte degli avocado venduti negli Stati Uniti, vengono abbattuti circa 25.000 ettari di foresta. Questa zona che ospita anche numerosi animali in via di estinzione come giaguari, puma e coyote. L’aumento della produzione di avocado in questa regione potrebbe quindi rappresentare una grave minaccia per la biodiversità.

L’impatto sulla vita

Infine, c’è anche l’aspetto umano da considerare: se da un lato il commercio di avocado può aiutare le popolazioni locali fornendo reddito agli agricoltori, dall’altro sono proprio questi ultimi a subire il peso maggiore dei problemi ambientali. Inoltre, tali produzioni sono spesso collegate a criminalità organizzata e a violazioni dei diritti umani, tanto che città e villaggi hanno messo del tutto fuori legge gli avocado.

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In conclusione Davies ha aggiunto che: “un consiglio per i consumatori potrebbe essere quello di prendere in considerazione varietà alternative di avocado per ridurre la domanda di piantagioni monocolturali. Laddove questi non siano disponibili, la cosa migliore da fare è probabilmente cercare di mantenere gli avocado come eccezione nella dieta, piuttosto che come alimento regolare”.


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