L’Europa consuma più di quanto produce quindi dipende a doppio filo da accordi con l’estero. Una situazione che alla luce dei dazi confermati ieri 2 aprile dal presidente Usa Donald Trump genera non poche tensioni. In questo contesto un accordo discusso tra le parti e che rappresenta “un accordo di parternariato di associazione” come sottolinea Pedro Miguel da Costa e Silva, ambasciatore della Missione Permanente del Brasile a Bruxelles nel corso dell’evento “Brasile e Italia – Dialogo sull’agricoltura sostenibile: la scienza per nutrire il mondo” in corso stamattina 3 aprile all’ambasciata del Brasile a Roma. Rimarca inoltre come si tratti di un accordo che aumenta l’impegno da ambo le parti e va a rafforzare una relazione in corso da più di 70 anni.
In Europa la sicurezza alimentare è la più alta del mondo. Tra i timori rispetto l’accordo Mercosur-UE c’è quello che i prodotti importati non rispondano a certi criteri di qualità alimentare molto elevati.
“Ci sono delle clausole di tutela del mercato credo che nel caso europeo invece di chiuderci nei confronti dell’ accordo Mercosur cosa che oggi non possiamo davvero fare, viste le scelte Usa” sottolinea Dario Nardella, deputato al Parlamento Europeo “Dobbiamo aprirci e agire in riapertura della promozione dei prodotti made in Italy e made in Europe nel mercato brasiliano” conclude, per non danneggiare la redditività di produttori e allevatori Europei.
Un accordo che rimarca, stabilisce nuovi ambiti di dialogo e cooperazione ma che non tocca aspetti legati a sostenibilità e sicurezza. A cui bisogna guardare come un “accordo sistemico” che permetterà di raggiungere anche migliori sinergie in futuro come spiega da Costa e Silva.
La visione del comparto agricolo in Italia sull’accordo Mercosur-UE
“Da ieri il mondo è cambiato e sicuramente dovremo rivedere tutta la strategia commerciale” evidenzia Cristina Tinelli, direttore delle relazioni internazionali e con l’Unione Europea di Confagricoltura riferendosi alla decisione della presidenza Usa sui dazi. Ma nonostante ciò l’accordo non soddisfa. “Non so se gli agricoltori brasiliani sceglierebbero di firmare un accordo che li mette in una posizione svantaggiata come è per noi il Mercosur-UE che ricordo non interessa solo il Brasile”. La posizione espressa dalla Tinelli riguarda le leggi restrittive presenti in UE che non favoriscono una competitività paritaria con altri paesi che rispondono ad altre regole. “Ad ora non c’è niente di concreto nel fondo di compensazione” rimarcando come “mancano pari condizioni“.
“In tempi di incertezza quello che possiamo dire che c’è una prevedibilità che giova questo accordo” evidenzia Sueme Mori, direttrice per le Relazioni Internazionali della Confederazione dell’Agricoltura e Zootecnia (CNA) “il fatto che si tratti di un accordo negoziato e non unilaterale credo lo renda più favorevole”. Nonostante ciò anche in Brasile ci sono delle resistenze di filiera, ma certamente superabili con dialogo e cooperazione, conclude.
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