La guerra in Ucraina sta risvegliando la paura di una crisi alimentare in Europa, al punto da farle avanzare la proposta di coltivare anche il 4% delle aree destinate alla conservazione della natura, pur di incrementare le quantità di cibo. Il Wfp (World food programme) sostiene che questa iniziativa farebbe aumentare la produzione alimentare europea solo dell’1%.
Secondo il Wwf, le aree non coltivate non devono essere ritenute improduttive, tutt’altro, esse infatti rendono a loro volta produttive tutte le superfici agricole, in quanto contribuiscono a mantenere in equilibrio il sistema nel suo complesso, quale ad esempio quello degli insetti impollinatori.
Il Manifesto del Wwf
Con il motto #DoEatBetter, Wwf pubblica il Manifesto della sua campagna Food4Future, all’interno del quale indica tutte le sfide da affrontare.
Modelli alimentari più sostenibili per ridurre le emissioni
Se venissero scelti modelli alimentari più sostenibili, emissioni di gas serra e uso del suolo verrebbero ridotti fino al 70% e verrebbe dimezzato l’impiego di acqua. Secondo l’Associazione, se venissero impiegati prodotti locali e di stagione e ci fosse un minor consumo di alimenti di origine animale, si ridurrebbero le emissioni globali di CO2 fino a 8 miliardi di tonnellate all’anno e si libererebbero diversi milioni di chilometri quadrati di terra.
La collaborazione con la chef Antonia Klugmann
Il Wwf ha avviato una collaborazione con la chef Antonia Klugmann, che sposa in pieno le raccomandazioni del Manifesto Food4Future e che durante l’anno condividerà sui suoi canali social delle ricette per portare in tavola un menù sostenibile, basato su prodotti stagionali e biologici.
“Sono entusiasta di continuare e approfondire l’esperienza di collaborazione con il Wwf Italia, afferma Antonia Klugmann. Secondo il Wwf, il cibo è la leva più potente per migliorare la salute umana e degli ecosistemi e promuovere una sostenibilità ambientale accompagnata da un quadro di sempre maggiore giustizia sociale. Come chef, dunque, ho il dovere di impegnarmi. Ogni scelta che un cuoco fa nella propria cucina, che sia professionale o casalinga, ha a che fare con l’ambiente. La consapevolezza dell’interconnessione fortissima e inequivocabile che esiste tra le nostre scelte e il futuro del Pianeta ci deve spingere costantemente allo studio e al miglioramento delle nostre pratiche alimentari. Ringrazio ancora il Wwf Italia, che mi fa sentire anche minimamente utile in questo percorso.”
Apportare piccoli cambiamenti alle decisioni quotidiane
Un pasto sostenibile necessita di almeno mille litri di acqua rispetto ad uno meno sostenibile che ne richiede tremila, quale ad esempio uno ricco di proteine animali o non di stagione.
Inoltre, i cibi meno salutari per l’uomo, lo sono anche per l’ambiente, quindi il ruolo del consumatore e delle sue scelte sostenibili giovano anche a quest’ultimo. Come è avvenuto nel 2016 con l’olio di palma, quando i rischi sulla salute hanno reso maggiormente consapevoli i consumatori e imposto alle aziende di eliminare questo ingrediente. Ecco un chiaro esempio attraverso cui i consumatori possono orientare la politica alimentare, ambientale e sociale.
I sistemi alimentari hanno il potenziale per nutrire la popolazione umana e proteggere l’ambiente, ma attualmente stanno minacciando entrambi per via di come produciamo e consumiamo il cibo. Non possiamo arrestare la perdita di biodiversità e di ecosistemi, nonché la catastrofe climatica che incombe se, assieme alle misure in altri settori, non ripensiamo completamente anche l’attuale sistema alimentare, a partire da quello che portiamo a tavola ogni giorno. È fondamentale una drastica riduzione del consumo di carne e un sostanziale incremento nei consumi di alimenti vegetali come frutta, verdura, cereali e legumi, spiega Eva Alessi, responsabile sostenibilità del Wwf Italia, i comportamenti personali degli individui hanno un enorme potere di mitigare i danni ambientali e promuovere processi più sostenibili che proteggano ambiente e salute”.
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