- L’UE vorrebbe introdurre una tassa sui carburanti per i pescherecci di 3,6 centesimi al litro, ma alcuni Stati membri si sono opposti.
- Secondo un report di Our Fish, si tratta di una cifra troppo bassa.
- La flotta da pesca comunitaria ha emesso almeno 56 milioni di tonnellate di CO2 fra il 2010 e il 2020: i contributi potrebbero essere impiegati per ridurre il quantitativo.
I pescherecci dell’Unione europea sono esentati dal pagamento delle tasse sui carburanti. Queste esenzioni dalle imposte rappresentano, indirettamente, dei sussidi ai combustibili fossili. Nell’ultimo decennio hanno raggiunto la cifra di 15,7 miliardi di euro che, secondo i rappresentanti di Our Fish, potrebbero essere impiegati per favorire la decarbonizzazione del settore.
L’organizzazione, che lotta contro la sovrapesca per ripristinare gli ecosistemi oceanici, ha pubblicato un’analisi al riguardo in data 12 aprile. Sulla base dei dati raccolti, i sussidi dell’UE sarebbero sufficienti a pagare gli stipendi di ventimila pescatori ogni anno, oppure seimila nuovi progetti di riduzione dei consumi energetici e delle emissioni.
L’inquinamento generato dal settore della pesca
La flotta da pesca comunitaria ha emesso almeno 56 milioni di tonnellate di CO2 fra il 2010 e il 2020, ma si tratta di una stima al ribasso. Introducendo una tassa sul carburante del valore di 33 centesimi al litro, si avrebbe un guadagno di 681 milioni di euro. Guadagno che salirebbe fino a 1,4 miliardi di euro, se la tassa fosse di 67 centesimi – come, in media, per il trasporto su strada. “Soldi che potrebbero essere sfruttati per promuovere pratiche più sostenibili”, commenta la dottoressa Laura Elsler, una delle autrici dello studio, sul quotidiano britannico Guardian.
Le possibili soluzioni
Nell’ambito del Green Deal europeo, la Commissione ha proposto l’introduzione di una tassa di soli 3,6 centesimi al litro – decisamente troppo poco, secondo gli attivisti –. Nazioni come la Francia, la Spagna e Cipro si sono opposte. Il presidente di Europêche, organizzazione che tutela i diritti dei pescatori e rappresenta oltre 45mila pescherecci, sostiene che tassare i carburanti di origine fossile non porterebbe molto lontano, vista la scarsità di combustibili alternativi.
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Secondo Our Fish, tuttavia, i fondi potrebbero essere usati in moltssimi modi, per esempio anche per elettrificare i porti per l’alimentazione da terra delle navi, o per promuovere l’utilizzo di strumenti da pesca più efficienti, capaci di ridurre fenomeni come il bycatch. Non bisogna dimenticarsi che “l’industria della pesca deve affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici, ma anche il sovrasfruttamento degli oceani. Qualunque investimento per ridurre le emissioni deve rispondere a entrambe le questioni”, si legge nel testo.
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