Gruppo CAP, azienda pubblica del servizio idrico metropolitano, ha registrato nel 2016 una carbonfootprint pari a 91.698 tonnellate di CO2 equivalente, un valore in linea con quello del 2015. L’utility si è avvalsa della consulenza dell’ente certificatore RINA per quantificare l’impatto ambientale legato alle sue attività. Si tratta di una certificazione volontaria non prevista tra gli obblighi di legge per i gestori del servizio idrico, un tassello di una più ampia politica di sostenibilità che – spiega l’azienda in una nota – “parte dall’analisi dell’impatto ambientale generato dalle attività del Gruppo nello scorso anno, per arrivare a programmare interventi e azioni di efficienza energetica e per impegnarsi nell’adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici”. Il dato è uno dei numeri contenuti nel Bilancio Ambientale 2016 che Gruppo CAP presenterà nelle prossime settimane.
Alcuni numeri
L’azienda, si legge in una nota, nel 2016 ha utilizzato il 47% di energia da fonti rinnovabili, anche autoprodotte. Ciò è stato reso possibile, ad esempio, dalla produzione di 3.417.690 kWh negli impianti a biogas realizzati nei depuratori di Bresso e Peschiera Borromeo. Inoltre a partire da gennaio di quest’anno tutta l’energia acquistata dall’utility è certificata green e proviene da fonti rinnovabili grazie ai risultati della gara d’appalto indetta l’anno scorso insieme alle altre aziende pubbliche lombarde del servizio idrico riunite nella Water Alliance.
La carbon neutrality degli appalti
Tra i punti della strategia green di Gruppo CAP anche la carbon neutrality degli appalti. In questo modo l’azienda punta a ridurre l’impatto ambientale dei cantieri compensando la CO2 prodotta nelle attività lavorative grazie alla piantumazione di nuovi alberi, con l’idea di creare un “Bosco CAP” nei comuni del Milanese. Il progetto è già partito nella zona est dell’area metropolitana di Milano. Le piantumazioni sono in linea con raccomandazioni dell’UNFCC, la Convenzione Quadro delle nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici.
Gruppo CAP ha promosso il progetto in collaborazione con il raggruppamento di imprese che si è aggiudicato l’appalto, Impresa Edile Artifoni spa e Consorzio Imprese Riunite Geos. Queste ultime, si legge in nota, “hanno inserito la proposta di compensazione come elemento qualitativo dell’offerta di partecipazione alla gara per la manutenzione delle reti fognarie”.
“Anche nelle strategie di adattamento al cambiamento climatico, il nostro punto di riferimento è la dimensione locale, il nostro territorio – commenta in una nota il presidente di Gruppo CAP Alessandro Russo – i nostri cantieri sono indispensabili per garantire un servizio idrico efficiente e potenziare le reti di acquedotto e fognatura. Questo genera inevitabilmente costi ambientali che però possiamo compensare realizzando appalti sostenibili e carbon neutral: un progetto molto concreto, con l’obiettivo finale di migliorare la qualità della vita in linea con i Sustainable Development Goals, gli obiettivi di sviluppo sostenibile del Millennio indicati dalle Nazioni Unite (in particolare per l’Obiettivo 11 che mira a rendere le città e gli insediamenti umani più inclusivi)”.
Utili all’Italia, il censimento di Utilitalia
La sostenibilità è un elemento sempre più rilevante nel settore delle utility. In quest’ottica si inserisce la realizzazione da parte di Utilitalia, Federazione che riunisce 500 imprese di servizi pubblici, di “Utili all’Italia’, il primo censimento sui migliori progetti realizzati negli ultimi tre anni dai gestori dei servizi pubblici. Un’iniziativa grazie alla quale, come si legge sul sito del progetto, sono state raccolte “274 storie di investimenti e risultati grazie alle 134 aziende che hanno partecipato alla rilevazione”.
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