I prezzi mondiali dei prodotti del settore dell’alimentazione hanno raggiunto il valore massimo da inizio pandemia. Nello specifico si sono susseguiti quattro rincari mensili consecutivi. Che “hanno fatto sprofondare nella fame nuove fasce della popolazione”. A dirlo è un’analisi diffusa oggi da Coldiretti in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione. Uno studio, basato sui dati Fao che rilevano un rincaro del 5% del prezzo del cibo nel mondo a settembre 2020 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
“La bolletta alimentare globale ha raggiunto il valore record degli ultimi sette mesi, da quando è esplosa la pandemia. E questo per effetto soprattutto dei prezzi dei cereali come grano e mais. Che hanno fatto segnare aumenti del 13,6% nell’ultimo anno“, spiega in nota la Coldiretti. “Anche le quotazioni internazionali del mais rincarano. Ma sotto pressione al rialzo sono anche – aggiunge – i prezzi mondiali del burro e dei formaggi e anche le quotazioni della carne di pollo”.
Alimentazione e nuove povertà
“Con l’avanzare della pandemia la disponibilità delle produzioni agricole è diventata strategica – spiega la Coldiretti – per la necessità di garantire le forniture alimentari alla popolazione che ha portato in qualche caso a limiti all’export imposti dai paesi produttori. il tutto per difendere le proprie riserve di cibo. Una preoccupazione che, nei giorni più bui del lockdown, ha spinto molti Paesi ad adottare misure protezionistiche. Con corsa agli accaparramenti e guerre commerciali che hanno alimentato tensioni e nuove povertà“.
Qualche numero
“Nel mondo – sottolinea la Coldiretti – si stima che quasi 690 milioni di persone abbiano sofferto la fame nel 2019. Ma il numero è destinato a crescere per effetto dell’emergenza coronavirus che ha sconvolto i sistemi economici e cancellato milioni di posti di lavoro. La pandemia di Covid-19 potrebbe far sprofondare nella fame cronica ulteriori 130 milioni di persone entro la fine del 2020 con la mancanza di cibo che colpisce nuove fasce della popolazione sia nei paesi ricchi che in quelli meno sviluppati secondo l’analisi della Coldiretti sulla base del Rapporto annuale delle Nazioni unite”.
Consapevolezza sul valore strategico del cibo
“L’allarme globale provocato dal Coronavirus ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. In uno scenario di questo tipo “l’Italia, che è il Paese con più controlli e maggiore sostenibilità, ne potrà trarre certamente beneficio ma occorre invertire la tendenza del passato a sottovalutare il potenziale agricolo nazionale”.
Aduc: con la pandemia non dimenticare il problema dell’accesso al cibo
A rimarcare la necessità di non sottovalutare il problema dell’accesso al cibo in questa fase complessa dell’economia travolta dallo tsunami del coronavirus è l’associazione Aduc.“Mentre noi siamo nelle liste dei record per lo spreco alimentare – sottolinea in nota – a pochissime ore di volo da noi c’è ancora chi soffre di malnutrizione. Chi soffre di mancanza di mezzi e strumenti per procurarsi la dignità con un’alimentazione frutto di onesto e regolare impegno in un lavoro. Chi soffre vivendo in domicili che non siano malsani fisicamente e socialmente. Edifici in zone dove mai un nostro geometra costruirebbe una struttura per allevare maiali o neanche una discarica. Ma dove noi mandiamo rifiuti che non sappiamo dove sistemare nei nostri territori”.
Le aziende scendono in campo contro la fame nel mondo
Anche le aziende italiane scendono in campo, con i propri dipendenti al seguito, per combattere la malnutrizione nel mondo. Un team di imprese parteciperà infatti alla seconda fase della sfida digitale #ConnectedagainstHunger lanciata dall’associazione “Azione contro la fame” con l’obiettivo di contribuire alla riduzione della malnutrizione nel mondo. Si tratta di un evento sportivo globale dedicato alle imprese, promosso grazie alla collaborazione con SquadEasy, piattaforma internazionale impegnata a promuovere “il gioco di squadra” e il benessere dei dipendenti d’azienda (200.000 gli utenti coinvolti finora). “L’organizzazione ha messo a punto una App che mira a coinvolgere il mondo del business in un grande impegno comune teso, da un lato, a incoraggiare l’attività sportiva in sicurezza e, dall’altro, a consentire a milioni di bambini malnutriti di ricevere cibo e acqua pulita nell’emergenza coronavirus”, spiega una nota.
Le aziende che hanno aderito
Sono 48 i grandi gruppi internazionali che hanno aderito in Francia, Italia, India e Canada all’iniziativa di Azione contro la fame. Nel nostro Paese, dopo Lavazza, Enercom, Assimoco e le sedi nazionali di Epson e Citi, hanno accettato la sfida anche Gruppo De Rigo e Planetek Italia. Circa 1.000 dipendenti, compresi quelli che hanno partecipato alla prima fase di giugno, saranno mobilitati a livello nazionale per sostenere le attività promosse da Azione contro la fame in 47 Paesi del mondo. Offrendo, nell’occasione, a oltre 2.000 bambini malnutriti la possibilità di accedere ai necessari trattamenti a base di cibo terapeutico pronto all’uso.
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