Blockchain ReteUtilizzare la blockchain per avere informazioni trasparenti e certificate sull’intero ciclo di vita del salmone norvegese. È il progetto della Norwegian Seafood Association promosso con Ibm e Atea per fornire ai consumatori elementi necessari circa l’origine dei prodotti, evitando le contraffazioni.

L’industria ittica è la terza a livello di esportazioni in Norvegia e alcune delle più eccellenti varietà di salmone in tutto il mondo vengono allevate proprio in queste acque, in aree come quella delle isole Kvarøy. Sono ben dieci gli allevamenti ittici che sono entrati a far parte del progetto, oltre a produttori di mangimi per pesci, aziende del settore della trasformazione e attori della supply chain.

La blockchain come garanzia per costruire una nuova filiera ittica

È possibile registrare e fornire tutte le informazioni sulla vita dei salmoni all’interno dell’allevamento, dai dati sulla qualità delle uova ai livelli di ossigeno e temperatura dell’acqua, come anche dimensioni e numero dei pesci per recinto.

L’utilizzo di questa tecnologia apre nuove possibilità e permette di registrare digitalmente le informazioni dati fisici e reali, lungo tutta la filiera. Non solo, richiede anche un approccio collaborativo tra tutti i player all’interno di un ecosistema integrato. I produttori non devono investire in nessun hardware, né pagare una quota per l’utilizzo della blockchain. Il loro impegno è legato solo alla quantità di pesce che viene tracciato attraverso il sistema. Si tratta, insomma, di una vera e propria rivoluzione.

I vantaggi della tracciabilità del salmone e la fiducia dei consumatori

Fare uso della blockchain contribuisce a combattere le frodi e ad aumentare il valore qualitativo e quantitativo del salmone, proprio per la possibilità di fornire trasparenza e tracciabilità: un valore sempre più ricercato e apprezzato dai consumatori.

Come evidenzia lo studio Fish traceability, condotto da Morning Consult e Ibm sulla tracciabilità del pesce, molti consumatori, soprattutto tra i 35 e i 50 anni, vorrebbero avere più dettagli sul prodotto e sono disposti a pagare fino al 10% in più, pur di poter contare su informazioni sicure e verificate circa la provenienza e la produzione dei prodotti. A questo proposito, lo studio sottolinea che i consumatori mangerebbero ancora più pesce se potessero verificare la sostenibilità delle produzioni, con particolare attenzione anche all’impatto sulle acque.

Le prospettive future: logistica e tutela della biodiversità

Il progetto, in fase di evoluzione, punta anche sul coinvolgimento dei vari attori legati alla logistica e ai trasporti. L’idea è quella di avviare la trasformazione digitale dei processi e rendere così i passaggi doganali più veloci ed efficienti: il che significa che i clienti potranno ricevere i prodotti in tempi più brevi e, dunque, con una freschezza maggiore.

L’adozione dell’intelligenza artificiale servirà anche a proteggere gli ecosistemi: registrare informazioni certificate e sicure sarà utile per monitorare l’equilibrio della biodiversità locale oppure per valutare se gli allevamenti ittici a terra, sempre più diffusi, potranno incidere, e in che misura, sull’ambiente e sulla qualità del pesce. Oppure, ancora, per conoscere l’intera impronta di carbonio del pesce.

Il progetto ha ottenuto molta attenzione a livello internazionale, tanto che BBC Storywork gli ha dedicato un episodio della serie “Better Lives Through Better Business”.


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