Birra artigianale, l’efficienza passa per il monitoraggio dei dati

BaladinMonitorare i consumi avendo a disposizione una mole di dati da utilizzare per effettuare analisi precise e promuovere in maniera efficace una gestione smart dell’energia. E’ questo il risultato ottenuto da Baladin, il primo microbirrificio artigianale in Italia (inaugurato lo scorso luglio a Piozzo, in provincia di Cuneo) che ha scelto, nel suo percorso di efficientamento di rivolgersi a Siemens Italia. 

“Siemens si è rivelata il partner ideale per concorrere al nostro obiettivo di ottimizzazione ed efficientamento delle risorse energetiche – ha commentato in una nota Teo Musso, proprietario di Baladin.  “Per l’azienda l’attenzione all’ambiente è un vero elemento di distinzione: sia il birrificio sia la gran parte dei locali di mescita sono alimentati con energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili. Un’attenzione che testimonia il nostro reale impegno a favore e nel rispetto dell’ambiente”, ha aggiunto il manager.  

Ma quali sono in dettaglio le soluzioni adottate dal birrificio nel suo percorso verso una gestione smart dei consumi?  L’intera gestione energetica della struttura è affidata al Power Center Siemens SIVACON S4 (il quadro di distribuzione primaria di bassa tensione), mentre il monitoraggio di alcuni dei processi produttivi è invece affidato allo SCADA Siemens WinCC, il tutto inserito all’interno di una rete di comunicazione di stabilimento Profinet su fibra ottica

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Grazie all’impiego di questo tipo di rete è stata ottimizzata la comunicazione tra gli interruttori scatolati 3VA2 e i multimetri PAC4200 SENTRON all’interno del Power Center favorendo lo scambio di informazioni tra l’impianto, il sistema di monitoraggio energetico e quello di telecontrollo / telemanutenzione.

Un impegno, quello di Baladin verso l’adozione di modalità produttive sostenibili, che non si limita alla collaborazione con Siemens.  Premesso che riteniamo che la produzione di CO2 sarà bassa in funzione della conformazione del birrificio – ha spiegato Musso –  stiamo lavorando su tre filoni di attività che prevederanno: la certificazione di analisi ambientale con metodologia LCA, in collaborazione con le università piemontesi; lo studio di un impianto a biomasse che sfrutti gli scarti di produzione (trebbie); il sequestro della CO2 prodotta in fase di fermentazione per la successiva purificazione e riutilizzo.”


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