A livello globale sono poco meno di 4 milioni e mezzo le morti che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità sono causate da patologie correlate all’inquinamento domestico, il cosiddetto “inquinamento indoor”, un importante fattore di rischio per la nostra salute. Di quest’argomento si è parlato a Bologna giovedì 29 settembre durante un incontro organizzato da Faber, azienda specializzata nella produzione di cappe.
Le sostanze responsabili dell’inquinamento
Tra le principali sostanze responsabili del fenomeno ci sono il PM 2.5, i composti organici volatili – prodotti di combustione come la formaldeide e il benzene notoriamente cancerogeni – gli idrocarburi policiclici aromatici e il biossido di azoto, dannoso per l’apparato respiratorio. Quest’ultima molecola, in particolare, secondo uno studio del 2012 dell’università di Sheffield nel Regno Unito è presente nelle cucine con fornelli a gas in concentrazioni tre volte superiori a quelle misurate nell’ambiente esterno.
“Le attività umane più banali che si svolgono all’interno delle abitazioni come cucinare, pulire il pavimento con un particolare detersivo, verniciare i muri di casa, come anche il fumare, rendono l’aria insalubre”, ha affermato il giornalista e divulgatore scientifico Sandro Iannacone che, nel corso dell’incontro, ha spiegato come la presenza di queste sostanze possa causare quella che l’OMS definisce ‘la sindrome dell’edificio malato’. Questa patologia, ha sottolineato il giornalista, consiste in “un insieme di sintomi – da lievi problemi cutanei o alle vie respiratorie, fenomeni come allergie, mal di testa, senso di spossatezza”, ma può portare anche alla comparsa di asma o addirittura tumori.
Le soluzioni tecnologiche
Del problema sono sempre più consapevoli anche le aziende che stanno introducendo soluzioni innovative volte a limitare il fenomeno. È questo il caso di Faber che ha realizzato Innov-Air, un modulo aggiuntivo da installare su alcuni modelli della sua linea di cappe, basato sulla tecnologia della fotocatalisi, già applicata nel settore industriale. “All’interno del modulo – ha spiegato Luca Colciago R&D director di Faber – c’è una lampada che genera raggi ultravioletti di tipo A senza però generare ozono durante il funzionamento. Questa lampada è la fonte di energia per un catalizzatore, ovvero un filtro di biossido di titanio su cui avviene la reazione delle molecole inquinanti”. In particolare, le sostanze tossiche vengono trasformate in acqua e CO2 per poi venir eliminate normalmente dalla cappa.
Qui di seguito il servizio video sull’evento:
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