Da scarti di lavorazione a prodotti con elevato valore aggiunto per rendere più sostenibile il settore dell’edilizia. Il progetto Biomarmo ha voluto dimostrare la valenza – ed equivalenza – dei geopolimeri rispetto ai materiali più inquinanti oggi impiegati. Scarti plastici, lolla di riso, ceneri volanti e marmo estratto nel sito di Orosei possono essere inglobati nella matrice di tipo polimerico o geopolimerico per realizzare materiali compositi per la bioedilizia, dove è alta l’attenzione per il benessere abitativo e la sostenibilità della filiera.
I risultati del progetto, finanziato dalla regione Sardegna attraverso il Por Sardegna Fesr 2014/2020 – Azioni cluster “Top-down”, sono stati presentati questa mattina durante l’evento digitale “Nuovi materiali per la bioedilizia: i risultati del progetto Biomarmo”. Alberto Mariani, dell’università di Sassari, ha introdotto il problema del settore edilizio, al quale il progetto ha voluto trovare una soluzione. “L’obiettivo principale è ridurre la quantità di scarti dalla lavorazione del marmo, ridurre i materiali plastici dispersi nell’ambiente, ridurre la quantità di ceneri volanti e ridurre la quantità di lolla del riso”.
I materiali ottenuti, come la pasta con resina epossidica e marmo, i geopolimeri ottenuti da ceneri e la materia polimerica che ingloba al 30% la lolla di riso, sono stati realizzati con stampanti 3D e su piccola scala, ha spiegato Giuliana Cavallo, dell’università di Sassari.
Si può fare molto, molto di più. Alcuni esempi sono stati offerti da Alex Reggiani di Geomits. Con l’esperienza maturata a livello globale, ha potuto sondare l’interesse del mercato nazionale e di quelli esteri, dalla Russia alla Cina, è riuscito a portare sul campo le proprie sperimentazioni. “Per la produzione di questi geopolimeri è possibile usare anche acqua di mare e sabbia”, ha spiegato, in piena applicazione dei principi di economia circolare.
Valentina Trois, dell’impresa Sardegna marmi, ha esortato le imprese locali a “investire maggiormente nella ricerca: siamo sempre troppo poco attenti”, cosa che comporta un “limite per tante piccole e medie aziende”. E determina, ha aggiunto la Trois, l’impossibilità di “arrivare alla famosa economia circolare per riutilizzare tutto ciò che arriva dalla nostra produzione”.
“Non è più possibile pensare a uno sviluppo che non sia integrato, sociale ed etico”, ha rimarcato Massimo Gallus di AP Italy. “Forse l’unico limite delle aziende al momento è di tipo economico, che può essere superato con il supporto della regione Sardegna, di Sardegna ricerche e di altre aziende che credono in un modello economico alternativo”. Il lavoro di squadra, ha aggiunto Gallus, può aiutare a rendere “il distretto di estrazione del marmo di Orosei punto di riferimento mondiale, con la possibilità di sviluppare altri orizzonti”.
L’eredità del progetto Biomarmo per la bioedilizia si concretizza nella nascita della Startcup, il cui nome è provvisorio, che vuole affermarsi nel panorama regionale e nazionale per promuovere l’uso dei geopolimeri e delle materie prime seconde nel settore.
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