Interrogarsi sullo stato del Servizio idrico integrato può far sorgere un interrogativo sulla visione da adottare: si tratta di un settore in grande difficoltà o in grande evoluzione?
La domanda (e le relative risposte) sono state approfondite venerdì 22 settembre in occasione della prima tappa di Smart Operation Tour organizzato da Schneider Electric presso il suo Innovation Hub a Casalecchio di Reno (Bologna).
I DATI DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO
Le informazioni che ogni giorno raggiungono il consumatore finale si concentrano soprattutto sul 42% di perdite medie lungo le reti dell’acqua, del solo 11% di acque piovane trattenute in bacini di accumulo rispetto a Paesi simili al nostro, come la Spagna, che raggiungono il 37%, e di un tasso di riutilizzo delle acque depurate in settori idrovori con l’agricoltura intorno al 5%.
Nel frattempo, però, i gestori idrici non rimangono a guardare, come emerge chiaramente dall’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio Oswi tenuto da Agici e presentato venerdì da Marco Carta.
Gli investimenti di queste utility sono passati da 1,28 miliardi di euro nel 2018 a 2,65 previsti nel 2023, considerando un campione di 87 gestioni per 41 milioni di abitanti. Il dato aggregato 2020-2023 sale a 9,2 miliardi di euro che vengono principalmente destinati a: riduzione delle perdite, digitalizzazione, miglioramento della qualità dell’acqua potabile e di quella depurata.
Driver fondamentale degli investimenti in questa fase è inevitabilmente il Piano nazionale di ripresa e resilienza che al comparto idrico integrato destina complessivamente 4,3 miliardi di euro.
A tal riguardo lo stesso Carta, a.d. Agici, in conclusione del suo intervento pone una questione: “Cosa succederà dopo il Pnrr?”; a tal riguardo bisogna considerare che le fonti di sostegno al risanamento del settore hanno un orizzonte temporale limitato mentre l’esigenza di intervenire sugli asset fisici e digitali si protrarranno a lungo termine.
Andando più nello specifico, riporta Tania Tellini di Utilitalia sul palco dell’Innovation Hub, occorre perseguire azioni organiche in temini di “riduzione del numero di gestioni”, oggi più di 2.000 e spesso di livello comunale, “allargamento del perimetro di competenza delle utility”, ad esempio alla gestione delle acque meteoriche e ad aspetti energetici, “riuso dell’acqua depurata” in favore di grandi utilizzatori come agricoltura e industria.
LE NUOVE FRONTIERE TECNOLOGICHE
“Non si possono gestire reti tanto complesse, come quelle del Servizio idrico integrato, senzav la tecnologia”. Questa la visione di Furio Cascetta, prorettore funzionale dell’Università della Campania “Vanvitelli”. Secondo il docente non è possibile orientare gli investimenti solo su risanamenti e sostituzione di reti o impianti ma occorre una programmazione strategica per implementare la migliore tecnologia di telecontrollo, smart metering e analisi predittiva dei dati, per fare alcuni esempi.
Si tratta di una “rivoluzione digitale”, come sottolineato dai molti relatori Schneider Electric che si sono alternati nel corso della prima tappa di Smart Operation Tour 2023 (le prossime a Padova e Castellamare di Stabia).
“Contribuiamo all’efficientamento del Servizio idrico sostenendo i processi di cambiamento attivati, ad esempio, dal Pnrr”, rimarca Donato Pasquale, responsabile water e waste water Schneider Electric. “Il controllo per noi è fondamentale, la qualità delle operazioni dipende dalla qualità dei dati e questi si ottengono solo con la migliore tecnologia”.
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