investimenti verdi sostenibili

Nessun veto da parte del Parlamento europeo all’atto delegato sulla tassonomia europea che include gas e nucleare tra le tecnologie sostenibili.

Il voto è avvenuto nella sessione plenaria del Parlamento europeo riunitosi oggi, mercoledì 6 luglio, a Strasburgo. I deputati favorevoli sono 278 e 328 i contrari, si sono astenuti in 33. Sarebbero stati necessari 353 voti per raggiungere la maggioranza assoluta, necessaria per rigettare il provvedimento della Commissione europea.  

Se entro il prossimo 11 luglio 2022, Parlamento e Consiglio non dovessero sollevare obiezioni alla proposta, l’atto delegato sulla tassonomia entrerà in vigore e si applicherà a partire dal 1° gennaio 2023.

La Commissione, nella convinzione che gli investimenti privati possano avere un ruolo nella transizione verde ha proposto di classificare alcune attività energetiche collegate al gas e al nucleare come tecnologie che contribuiranno a mitigare i cambiamenti climatici. La loro inclusione è però limitata nel tempo e dipende da specifiche condizioni. 

Le posizioni italiane contrarie all’inclusione

“L’esito del voto di oggi al Parlamento Ue sull’inclusione di gas e nucleare nella tassonomia dimostra in modo drammatico la miopia e la sudditanza alle lobby del fossile di una certa politica che ancora una volta antepone il mero profitto alla salute dei cittadini e alla tutela del pianeta”, affermano a mezzo stampa Eleonora Evi ed Angelo Bonelli, co-portavoce nazionali di Europa Verde, insieme a Nicola Fratoianni, di Sinistra Italiana.

Politicizzando la tassonomia, la Commissione europea ha permesso a Stati membri come la Francia di imporre gli interessi di alcune industrie sulle esigenze dell’intera Ue. Vergognoso inoltre, aggiungono, che aziende strettamente legate al Cremlino, come Gazprom e Lukoil, siano riuscite ad influenzare la decisione della Commissione, ora avallata anche dal Parlamento europeo, l’unico organo Ue votato direttamente dai cittadini, ma di cui oggi non ha evidentemente ascoltato le istanze, come evidenziato da un recente sondaggio del Wwf, secondo il quale più della metà degli europei non considerano gas e nucleare come sostenibili. Chi oggi ha votato a favore di gas e nucleare in tassonomia ha fatto un grande favore a Putin, visto che la Russia potrebbe ricavare fino a 4 miliardi di € in più all’anno grazie all’inclusione del gas fossile in tassonomia. Ora miliardi di euro rischiano di essere dirottati dagli investimenti urgenti e necessari sulle rinnovabili e l’efficienza energetica verso quelli destinati a fonti di energia inquinanti, costose e pericolose, sottomettendoci così ancor più alla dipendenza dalle importazioni russe”.

“Con il voto di oggi hanno vinto il forsennato pressing delle lobby e l’insipienza di quella politica, ben rappresentata da parte del nostro Governo, che non sa guardare più lontano del suo naso. A perdere, neanche a dirlo, i cittadini e il futuro del nostro pianeta”, concludono Evi, Bonelli e Fratoianni.

“Il nucleare potrà essere considerato sostenibile solo quando avrà risolto il problema dei rifiuti radioattivi, ad oggi problema irrisolto a livello mondiale” incalza Gianni Pietro Girotto, Presidente della Commissione Industria del Senato e a capo del comitato transizione ecologica del MoVimento 5 Stelle. “Il gas può essere una “valida” opzione di transizione, ma sono sotto gli occhi di tutti le problematiche che esso comporta, a livello ambientale, geopolitico ed economico. Assurdo che la decisione del Parlamento europeo, che dovrebbe essere un atto tecnico, assurga a decisione politica, senza però avere sul tavolo soluzioni tecniche in grado di sostenerla. Continuare a finanziare fonti insostenibili significa distorcere l’economia di mercato, rafforzando oligopoli e rendite per i soli noti”.

 Le posizioni favorevoli

La decisione del Parlamento europeo di confermare l’inclusione di gas e nucleare tra gli investimenti green, respingendo la proposta di rigetto dell’atto delegato alla tassonomia, è un passo importante sulla strada del pragmatismo e del buonsenso. È risultata sconfitta l’ideologia dei verdi e della sinistra europea, sostenuta dai partiti nostrani PD e M5S. Finalmente, viene riconosciuto il ruolo strategico e di ponte del gas nella transizione ecologica”. Dichiara il senatore della Lega Paolo Arrigoni, responsabile dipartimento Energia del partito “Indispensabile poi puntare sul nucleare per perseguire gli obiettivi di decarbonizzazione e, allo stesso tempo, permettere di rispondere alla domanda sempre crescente di energia elettrica per la progressiva elettrificazione dei consumi e garantire un sistema energetico sicuro e stabile. Ora, anche il governo italiano apra alla tecnologia dell’atomo di ultima generazione, con gli Small Modular Reactor, da combinare con lo sviluppo delle rinnovabili!”.

“Escludere nucleare e gas naturale dalla tassonomia delle fonti energetiche UE è un controsenso ambientale ed economico. Le posizioni di PD e M5S sono lo specchio una ipocrisia che li vede favorevoli all’esclusione di finanziamenti per il gas dalla UE, contro il Governo che in Italia sostengono, visto che proprio sull’estrazione del gas dai nostri giacimenti il ministro Cingolani fonda la possibilità sostituire l’importazione di gas russo”. Ad affermarlo, l’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Fdi-Ecr, Nicola Procaccini, responsabile nazionale Ambiente ed Energia del partito, prima del voto di oggi a Strasburgo sulla lista degli investimenti considerati sostenibili dalla UE.

“L’ambientalismo delle sinistre rosse e verdi è prigioniero di un fanatismo ideologico che fa loro perdere il senso della realtà. Mi piacerebbe sapere dal PD cosa risponde al ministro dell’energia dell’Ucraina che ha pregato i parlamentari europei di non escludere il gas e il nucleare dalla tassonomia verde e quindi dai finanziamenti, perché ciò vorrebbe dire condannare a morte definitivamente l’economia dell’Ucraina, completando così l’opera devastante di Putin”, continua Procaccini.

“Escludere l’energia nucleare e il gas dagli investimenti sull’energia per la transizione verso le fonti rinnovabili, significa non generare alcun beneficio per l’ambiente in termini di emissioni, visto che il nucleare non emette CO2, e creare ulteriore povertà, oltre che dipendenza dai peggiori regimi antidemocratici del Pianeta”, conclude.


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