Superbonus, a Roma la mobilitazione delle associazioni

In tema di Superbonus, il blocco alla cessione del credito e allo sconto in fattura deciso dal decreto 11/2023 emanato dal Governo Meloni ha suscitato molti dubbi. Per le associazioni che il 23 febbraio hanno manifestato davanti al Ministero dell’Economia e delle Finanze a Roma, la decisione presa dal Governo “è sbagliata”.

Legambiente, WWF Italia, Kyoto Club, AzzeroCO2, Fillea Cgil Roma e Lazio, Forum Disuguaglianze e Diversità, InsulaNet e altre organizzazioni sostengono infatti che sia “inaccettabile cancellare l’unica politica per l’efficienza energetica e la riqualificazione del patrimonio edilizio, pubblico e privato”. Per questo auspicano un passo indietro a tutela del lavoro di qualità, dell’ambiente, dei meno ricchi e ribadiscono l’urgenza di avviare una vera e propria revisione dei sistemi incentivanti, consentendo soprattutto alle famiglie in difficoltà un accesso garantito a questi strumenti a costo zero.

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Riduzione della povertà energetica e delle emissioni climalteranti

“Tutto ci saremmo potuti aspettare tranne uno stop alla cessione del credito, uno strumento pensato per le famiglie con meno capacità di investimento e che permette alle imprese di riconvertire in modo strutturale l’attività edilizia, in ottica di rigenerazione urbana senza consumare nuovo suolo”, fanno sapere le associazioni con un comunicato stampa. Aggiungendo che, a fronte dei costi del Superbonus, i benefici sono esponenziali.

Secondo i numeri elaborati dal Consiglio nazionale dei commercialisti, si parla di 45 miliardi di extra gettito nel 2022, che hanno contribuito a un terzo del PIL italiano e alla creazione di circa 250mila posti di lavoro. Due i miliardi di metri cubi di gas risparmiati l’anno, contro gli appena 700 milioni risparmiati attraverso le centrali a carbone con il loro carico inquinante.

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