- Sempre più persone temono che i cambiamenti climatici possano mettere a repentaglio il proprio futuro.
- In base a un’indagine di Elabe per conto di Veolia, il 30 per cento della popolazione mondiale valuta di rinunciare a obiettivi a lungo termine come l’avere dei figli.
Eco-ansia è un neologismo che indica quel sentimento di preoccupazione per il futuro che viene causato dalla crisi climatica. Sempre più persone ammettono di provarlo, e ora arriva un’ulteriore conferma. Quasi un terzo della popolazione mondiale – il 30 per cento per essere precisi – sta pensando di rinunciare a obiettivi a lungo termine, come l’avere dei figli, a causa dei cambiamenti climatici che minacciano il Pianeta.
Quali sono i Paesi con le più alte percentuali di eco-ansia
Lo rivela un’indagine condotta dalla società di ricerca Elabe per conto della compagnia Veolia, che opera nel settore delle utilities. L’indagine ha coinvolto un campione di 25mila persone in 25 Paesi di tutto il mondo. Le nazioni con le più alte percentuali di eco-ansia sono Polonia, Indonesia, Giappone, Brasile, Cile, Colombia, Messico; in India la percentuale raggiunge addirittura il 58 per cento. Negli Stati Uniti, il 25 per cento degli intervistati ha dichiarato di essere sottoposto ad elevati livelli di stress.
Quando la paura si traduce in azione
Il dato positivo è che, in molti casi, l’ansia si traduce in azione. Il 75 per cento degli esseri umani ritiene ora che il riscaldamento globale sia causato dalla nostra specie, anche se in Paesi come l’Olanda, la Finlandia, gli USA, la Nigeria, l’Australia e gli Emirati Arabi ci sono ancora elevate percentuali di negazionisti.
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La maggioranza delle persone confida nelle iniziative collettive per mitigare l’impatto del global warming: il 55 per cento è convinto che dobbiamo cambiare il nostro stile di vita, oltre che adottare nuove soluzioni tecnologiche. Il 67 per cento ritiene infatti che i costi relativi agli eventi meteo estremi e all’inquinamento saranno maggiori degli investimenti che sarebbero necessari per prevenirli. Il 60 per cento degli intervistati, infine, crede che il futuro sia nelle mani di ognuno di noi. Anziché rinunciare ad averne uno, allora, dovremmo lottare per conquistarlo.
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