Come si comporteranno la Lombardia e il Lazio nella Fase 2? Ieri in un webinar Fabrizio Sala, vicepresidente della Regione Lombardia e Daniele Leodori, vicepresidente della Regione Lazio,hanno illustrato le ipotesi sul tavolo.
Le posizioni delle due realtà risultano simili nonostante la prima sia la regione più colpita d’Italia e la seconda sia riuscita a contenere il contagio. Tanti i temi vagliati nella ripresa dal Covid-19: ammortizzatori sociali, bonus baby sitter e congedi parentali per i genitori che lavorano, tassi di finanziamento agevolati per le imprese che riaprono, snellimento burocratico per il settore turistico. Misure con le quali si vuole scongiurare una “pandemia commerciale”, ha commentato Leodori.
Lombardia e Lazio, dubbi sulla Fase 2
In Lombardia “non si può intensificare il trasporto pubblico locale negli orari di punta perché tutti i mezzi sono già in funzione”, ha spiegato Sala, e “il distanziamento è difficile”. Bene il contingentamento delle entrate, ha proseguito, “il punto è: chi controlla?”.
Le linee guida stabilite dal ministero dei Trasporti hanno bisogno di essere calate sulle singole realtà, ha precisato Sala. E non bisognerà abbassare la guardia: “Non sono molto ottimista sul vaccino, più sulla cura” perché “alcuni protocolli stanno dando un discreto successo”. L’unica cosa certa, ha commentato, “è come si trasmette il virus”.
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Più durerà la pandemia più cambierà l’economia delle Regioni, prevede Leodori, con una rivalsa dell’e-learning e dell’e-commerce, magari in concomitanza con le lezioni a scuola e l’acquisto in negozio. Nel Lazio “metteremo in campo un gruppo di lavoro che si occuperà di economia circolare, uno di digitalizzazione, e uno di infrastrutture e logistica”.
Anche qui il nodo dei trasporti è ancora da sciogliere. Certo è che “non sarà possibile aumentare le flotte”. Inutile pensare ad “ampliare l’orario di punta (dell’ingresso a lavoro ndr) da due a tre o quattro ore” considerato che “al supermercato faccio un’ora e mezza di coda, a qualsiasi ora”. Impossibile anche sperare che chi si reca a lavoro sia disposto ad attendere minuti interminabili alla banchina del treno o della metro o alla pensilina del bus e del tram. “Chi può userà il mezzo privato”. Anche l’alta velocità è compromessa: “Se un mezzo può arrivare a contenere 600 persone e riduco a un terzo i passeggeri cosa succede? La differenza la paga lo Stato? Perché l’alternativa è l’aumento del costo del biglietto”.
Allineamento Regioni e senso civico
Decisioni al bivio, dunque. Il rischio dell’effetto “macchia di leopardo” c’è: Jole Santelli, presidente della Calabria, ha annunciato ieri la riapertura di bar e ristoranti per il 1° maggio, evidentemente per celebrare la festa del lavoro. “Da un lato abbiamo la necessità di attivare il motore del Paese”, spiega Leodori, “dall’altro in tutti noi c’è la consapevolezza diffusa che se dovesse rialzarsi la curva del contagio sarebbe difficile contrastarla con le stesse armi usate in questa prima fase”.
Nella Fase 2 si tornerà cambiati, questo è sicuro. La speranza di chi governa è che il periodo di crisi affrontato abbia insegnato a rispettare le regole e ad applicare, anche spontaneamente, il distanziamento sociale.
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