Figure di alto livello del partito conservatore, laburista e liberal-democratico stanno collaborando con il mondo accademico e industriale all’interno della Commissione per la politica sull’idrogeno per far sì che il Regno Unito non rimanga indietro rispetto alle potenziali opportunità che l’idrogeno offre.
Il Regno Unito infatti mira ad accelerare sull’H2 per evitare il rischio di diventare dipendente dalla tecnologia cinese. La baronessa Brown, ex vicepresidente del Comitato per il cambiamento climatico ed esperta di energia, ha prontamente messo in guardia sul fatto che il Regno Unito rischia di subire per l’idrogeno le stesse battute d’arresto che ha sperimentato nella tecnologia delle batterie e dei parchi eolici. In entrambi questi casi infatti, altri Paesi hanno sviluppato la tecnologia surclassando il Regno Unito, anche se si era impegnato per tempo.
I membri della Commissione includono persone provenienti da tutto lo spettro politico
Oltre alla baronessa Brown, altri membri inclusi sono: la baronessa Meacher, Lord Oates, Lord Hannan, Lord McNicol, i sindaci di Metroy Steve Rotheram, Ben Houchen, e Polly Billington, ceo di UK100. Tra i futuri membri, si aggiungeranno anche i rappresentanti dei sindacati e del mondo accademico.
L’intento della Commissione è di pubblicare il suo lavoro nel corso del 2022, includendo la propria valutazione sulla strategia nazionale sull’idrogeno per il 2021.
Il mondo industriale esprime preoccupazione, in quanto la mancanza di ambizione del governo britannico sta frenando gli investimenti privati.
La strategia sull’idrogeno pubblicata l’anno scorso ha stanziato 105 milioni di sterline per aiutare la decarbonizzazione dell’industria, una cifra irrisoria se paragonata alla Germania, che ha accompagnato l’annuncio di voler perseguire un’economia basata sull’idrogeno con 9 miliardi di sterline di finanziamenti.
“L’idrogeno è una vera opportunità per il Regno Unito, con un ruolo chiave da svolgere nel sistema energetico a zero carbonio di cui abbiamo bisogno per affrontare le sfide dei cambiamenti climatici e della politica globale. Il Regno Unito ha perso la nave sulla tecnologia delle batterie e dell’eolico, non possiamo permetterci di perdere quella sull’idrogeno”, ha detto l’ex vicepresidente del Comitato per il cambiamento climatico, la baronessa Brown.
Durante i prossimi otto mesi, la Commissione per la politica sull’idrogeno del Regno Unito lavorerà con i rappresentanti dell’industria e del mondo accademico, così come con gli alti funzionari del governo nazionale e locale. Insieme, definiranno il percorso più adatto per cogliere le opportunità che l’H2 ha da offrire.
Idrogeno verde con membrana a scambio anionico più efficiente ed economico delle Pem
Mentre il Regno Unito si organizza per non perdere tempo prezioso nel mercato dell’idrogeno, un gruppo di ricercatori coreani ha migliorato la tecnologia di produzione grazie ad una membrana a scambio anionico, potendo così aumentarne la durata e ottenendo prestazioni superiori a quelle delle celle Pem.
Questa nuova elettrolisi con membrana a scambio anionico oltre ad essere più efficiente, è anche più economica. Oltre alle elettrolisi alcalina e a quella con membrana a scambio protonico (Pem), basata su una membrana polimerica che funge da elettrolita, una terza via è invece proprio questa della elettrolisi con membrane a scambio protonico, senza materiali preziosi. Il costo complessivo è tre mila volte inferiore di quello con gli elettrolizzatori Pem.
La ricerca procede spedita, ma attualmente la tecnologia non è ancora arrivata sul mercato a causa di basse prestazioni e di una durata inferiore alle 100 ore.
Proprio sulla durata si inserisce il lavoro condotto dal Korea Institute of Science and Technology (Kist), il Center for Hydrogen and Fuel Cell Research e il Dipartimento di Ingegneria Energetica dell’Università di Hanyang.
Gli scienziati hanno sviluppato materiali a scambio anionico a base di poli (fluorenil-co-aril piperidinio) con elevata conduttività ionica e durata in condizioni alcaline, aumentando la superficie specifica all’interno della struttura. Il risultato è stato un funzionamento della membrana in maniera continua per più di mille ore.
Il dott. So Young Lee del Kist ha affermato che “la nuova tecnologia ad alta efficienza va oltre i limiti dell’elettrolisi attuale. Si prevede che questa tecnologia getterà le basi per l’introduzione di elettrolizzatori di prossima generazione che consentiranno una significativa riduzione dei costi legati alla produzione di idrogeno verde”.
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