gas Nord Stream 2

Raggiunto in data odierna l’accordo tra i 27 Paesi europei, contraria solo l’Ungheria, per tagliare la domanda di gas naturale del 15%, su base volontaria, a partire dal 1° agosto fino al 31 marzo 2023.

Taglio destinato a diventare obbligatorio e vincolante, nel momento in cui il Consiglio decreterà lo stato di allerta a maggioranza qualificata, su richiesta della Commissione o di cinque Stati membri. 

L’obiettivo è essere pronti qualora la Russia dovesse interrompere le sue forniture.

L’Italia risparmierà il 7% di gas  

Il testo, che include un riferimento al Price cap, voluto dall’Italia, permetterà al nostro Paese di risparmiare il 7% di gas, come spiegato da Cingolani alla fine del Consiglio straordinario sull’Energia. 

Questo asse è decisivo per affrontare la minaccia di un’interruzione totale da parte della Russia, dunque ora la sicurezza energetica, come affermato dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, sarà affrontata come Unione Europea unita. 

Il ministro della Transizone Ecologica Roberto Cingolani ha dichiarato che, con gli stoccaggi attuali pieni al 70%, saremo in grado di renderci quasi indipendenti dalle forniture russe entro l’anno prossimo.

Il testo del Piano

Secondo il testo del Piano, la riduzione obbligatoria della domanda di otto punti, parte: “a condizione che gli Stati dimostrino che la loro interconnessione con altri Stati membri in capacità tecnica di esportazione, rispetto al loro consumo annuale di gas nel 2021, è inferiore al 50% e che la capacità sugli interconnettori verso altri Stati membri è stata effettivamente utilizzata per il trasporto di gas a un livello di almeno il 90% fino al mese prima”.

Il Consiglio ha specificato delle deroghe ed esenzioni in base alle situazioni peculiari dei singoli Stati, ad esempio Paesi come Spagna e Portogallo, che non sono collegati alle reti di gasdotti di altri Stati, saranno dispensati da riduzioni obbligatorie, anche gli Stati che non hanno reti elettriche collegate con il sistema elettrico europeo e sono fortemente dipendenti dal gas, cioè i Paesi baltici, sono esentati dall’obbligo, per evitare il rischio di una crisi nella fornitura di elettricità.

Altre deroghe possono essere applicate nel caso in cui gli Stati debbano adattare gli obblighi di riduzione della domanda, avendo interconnessioni limitate con altri Paesi, se possono dimostrare che i loro gasdotti per l’esportazione o i loro rigassificatori sono utilizzati per ridirigere il gas verso altri Stati.

La Commissione ha poi fatto riferimento alla ricerca di diverse possibilità sul tetto del prezzo del gas, dichiarando che si consulterà con Stati membri e partner internazionali per avere riposte puntuali entro l’autunno. 


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