Il parlamento Europeo ha discusso e deliberato lo stato di emergenza climatica e ambientale in Europa e nel mondo, dando il via libera ad una risoluzione non legislativa.
Nella discussione avvenuta oggi in vista della COP25, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà a Madrid dal 2 al 13 dicembre, i deputati hanno affrontato e votato una risoluzione per invitare l’UE a presentare la sua strategia per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Le votazioni sono state due: la risoluzione sulla dichiarazione di emergenza climatica e ambientale (approvata con 429 voti a favore, 225 contrari e 19 astensioni) e la risoluzione sulla COP25 (approvata con 430 voti favorevoli, 190 contrari e 34 astensioni).
I punti previsti dall’emergenza clima
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La Commissione deve garantire che tutte le proposte siano in linea con
l’obiettivo di 1.5 °C -
L’UE dovrebbe ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 per diventare
climaticamente neutrale entro il 2050 -
Chiesta la riduzione delle emissioni globali anche per trasporti marittimi e aerei
In Italia richiesta l’emergenza climatica per Roma
Sono 100.000 i cittadini che su Change.org con la petizione #EmergenzaClimaticaItalia hanno dato la loro adesione alla dichiarazione dello Stato di emergenza. Il Comune di Roma ha aderito e il parlamento ha iniziato al discussione lo scorso 25 novembre. L’iniziativa nata su promozione dell’ex ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio (2006 Governo Prodi II).
Le motivazioni dei contrari all’emergenza clima
Ci auguriamo che la crescita del green sia presto vista anche come un’opportunità di competitività per le imprese. Ma non tutti la pensato così. “Limiti astratti” e “insostenibili” per che possono “far correre rischi serissimi alla tenuta del nostro sistema socio economico”. E’ questa la motivazione per il no dell’europarlamentare Massimiliano Salini (Fi/ Ppe), rilasciata in una nota stampa. In cui accusa l’innalzamento al 55% (prima era 40%) della riduzione delle emissioni dell’industria europea come: “un atteggiamento così debole di fronte a questa narrazione che ci fa sembrare causa dell’inquinamento mondiale quando le nostre imprese sono responsabili di solo il 10% delle emissioni di CO2 in atmosfera e sono fra le più performanti del mondo in termini di sostenibilità ambientale“.
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