Certificati bianchi, tutte le voci in Senato

Partito in commissione Industria un giro di consultazioni sul meccanismo dei titoli di efficienza energetica

certificati bianchi efficienza energetica TEE“Affare assegnato sull’aggiornamento della normativa in materia di certificati bianchi”. Questo il titolo di un approfondimento sul meccanismo dei titoli di efficienza energetica (Tee) avviato dalla commissione Industria del Senato che intende così contribuire all’aggiornamento di un sistema in cui l’Italia è stata virtuosamente pioniera ma che oggi, come richiesto da moltissimi stakeholder, deve essere riformato. Tutto ciò alla luce anche del lavoro fatto dal ministero per la Transizione ecologica che ha redatto una bozza di decreto sui Tee e i relativi obiettivi 2021-2024.

Qui di seguito si riporta una sintesi dei molti contributi pervenuti alla X commissione di Palazzo Madama (consulta le memorie depositate).

Arera

In generale, l’Autorità ritiene necessario definire gli obiettivi da perseguire tramite i Tee separatamente da quelli da conseguire mediante il nuovo sistema di aste al ribasso, senza che, invece, i risparmi rendicontati nell’ambito di tale nuovo sistema concorrano al raggiungimento degli obiettivi da perseguire con i Tee, introducendo elementi di incertezza nel meccanismo stesso. Infatti, gli obblighi in capo ai distributori risulterebbero influenzati dalle procedure concorsuali e dai relativi esiti durante gli anni d’obbligo, rendendo quindi difficilmente prevedibile la domanda di Tee da soddisfare.

Federesco

Riteniamo esprimere una forte critica sulle bozze circolate del nuovo DM certificati bianchi; per noi e, riteniamo, per tutto il mondo dell’efficienza energetica, fonte di grande preoccupazione. Ritenevamo che il nuovo decreto dovesse introdurre disposizioni per rilanciare il meccanismo e regolamentare i nuovi obblighi di efficienza 2021-2024. Il principale problema che riscontriamo è una notevole riduzione degli obiettivi di efficienza energetica e di conseguenza i corrispettivi fondi. L’ipotesi non è conciliabile con gli obiettivi nazionali ed europei di riduzione delle emissioni.

Assogas

Emerge subito una considerazione in merito ai futuri meccanismi di sostegno all’efficienza: l’impellente necessità di superamento del ruolo dei distributori quali soggetti obbligati. Ciò per due ordini di motivi: l’attività di distribuzione di energia è un servizio di pubblica utilità, regolato e dunque non sottoponibile al rischio di mercato; notoriamente i distributori non hanno relazioni commerciali con gli utenti finali, tantomeno ne conoscono struttura e caratteristiche al fine di valutare opportunità di interventi di efficientamento energetico.

Ebs – Energia da biomasse solide

La transizione ecologica è un percorso lungo che deve vedere impegnati tutti gli attori pubblici e privati verso il conseguimento di obiettivi sempre più sfidanti. In proposito, ci preme evidenziare come la produzione di energia da biomasse solide si inscriva a pieno titolo in questo percorso, con benefici ambientali e ricadute positive sul territorio. È pertanto auspicabile l’adozione del nuovo decreto non solo per superare i già noti nodi del sistema ma, soprattutto, per aggiornare i nuovi obblighi nazionali e per incentivare anche la produzione dell’energia termica, in un’ottica di economia circolare.

Assoesco

Le misure prospettate nello schema di decreto non appaiono in grado, in alcun modo, di perseguire la transizione ecologica sotto il profilo tanto della sostenibilità ambientale quanto di quella economica. Tale affermazione deriva dalla valutazione dei seguenti elementi dello schema di decreto: la previsione di una rilevante riduzione degli obiettivi di risparmio energetico da conseguirsi con i Tee; la previsione di modifiche alla gestione operativa che ridurrebbero fortemente l’accessibilità al sistema Tee.

Anigas

In via preliminare si esprime soddisfazione per lo sforzo profuso di accelerare l’emanazione di un provvedimento essenziale ad allentare la tensione nel settore, nell’ottica di un rapido ripristino delle corrette dinamiche di mercato. Si ritiene fondamentale che il provvedimento continui con celerità il suo iter e venga emanato in tempi brevi (e comunque prima del termine dell’anno d’obbligo 2020 fissato nel 31 maggio p.v.). A tutela degli operatori si dovrebbe garantire l’uscita e anche la retroattività di alcune misure fondamentali, in particolare della riduzione dell’obbligo 2020.

Anima/Italcogen

Si può stimare che il mercato complessivo dei certificati bianchi, come delineato dalla bozza di decreto ministeriale, possa comportare una riduzione complessiva del valore dello stesso a 150/200 mln €, una dimensione ridotta che lo condannerebbe alla definitiva scomparsa. Una rivisitazione “al ribasso” dello stesso è da considerare un pericoloso passo indietro e potrebbe inoltre provocare l’apertura di una procedura di infrazione da parte della Commissione UE nei confronti del nostro Paese per il mancato raggiungimento degli obiettivi previsti.

Eni

Eni ha più volte segnalato, nelle sedi istituzionali, la necessità di un intervento organico e di rilancio del sistema dei certificati bianchi, necessario a ripristinare un equilibrio tra domanda e offerta dei titoli e al conseguimento degli obiettivi di risparmio energetico del Paese. In particolare, sarebbe a nostro avviso auspicabile valorizzare il ruolo dell’offerta (anche con riferimento al comparto della cogenerazione ad alto rendimento e i relativi Tee, non oggetto del presente decreto) garantendone maggiore flessibilità ed elasticità in modo da incrementare la liquidità del mercato con effetti positivi anche sui prezzi dei titoli.

Elettricità Futura

È necessario che sia accelerato l’iter per l’approvazione del nuovo decreto indirizzato a mitigare le criticità che il meccanismo dei certificati bianchi ha evidenziato. Il decreto dovrà innanzitutto ripristinare più velocemente possibile le normali dinamiche di mercato attraverso regole certe e stabili, garantire un potenziamento del meccanismo, promuovere lo sviluppo dell’offerta, assicurare una congrua remunerazione degli investimenti a favore di tutti i soggetti coinvolti e annullare le ingenti perdite economiche attualmente in capo ai soggetti obbligati dovute alla mancanza di sufficiente liquidità del mercato stesso.

Aicep

Il grande lavoro portato avanti negli ultimi anni da parte di numerose associazioni degli operatori del settore, spesso con l’organizzazione di tavoli comuni con la partecipazione dei diversi attori del sistema, ha permesso di far emergere e portare all’attenzione del ministero competente una serie di proposte di adeguamento dirette a rilanciare il meccanismo. Tra i principali assi di intervento individuati: ripristinare con urgenza una situazione di equilibrio del mercato per evitare crisi di prezzo che potessero mettere a rischio la sopravvivenza stessa del meccanismo; rilanciare la capacità di generazione di titoli e conseguentemente ridare liquidità al mercato tramite una serie di interventi diretti a semplificare e velocizzare la valutazione e gestione dei progetti oltre ad ampliare le tipologie ammissibili.

Coordinamento Free

Occorre evidenziare che l’innalzamento del target sulle emissioni al 55% porta alla necessità di incrementare lo sforzo collegato alle politiche attive. Occorre dunque lavorare per rilanciare l’offerta e aumentare gli obblighi del meccanismo. Tanto più che la disponibilità insufficiente di Tee non dipende dal potenziale di interventi realizzabili ma dalla sfiducia da parte delle imprese nel meccanismo, giudicato troppo complesso e rischioso sulla base di quanto avvenuto negli anni passati, in particolare nel periodo 2015-2018. Riteniamo dunque essenziale che il DM introduca una rottura col passato, facendo capire che c’è una reale volontà di rilancio.

Associazione Esco Unite

Le recenti accelerazioni sui decreti dei certificati bianchi, o meglio sugli obblighi di efficienza energetica da assolvere tramite il sistema dei certificati, vanno nella direzione di declassamento totale del principale sistema che, in termini di costi-benefici per l’efficienza creata e di opportunità di sviluppo, ha permesso di creare migliaia di posti lavoro. Per quasi tre anni si sono attesi aggiornamenti normativi strutturali che ancora oggi non si vedono. Solo ad un mese dalla presentazione dei resoconti degli obblighi nazionali annuali (31 maggio 2021) si introducono d’urgenza degli aggiustamenti drastici in termini di risparmio energetico portandoli al ribasso di più del 75% e agevolando l’utilizzo dei cosiddetti certificati bianchi “virtuali” non sostenuti da interventi di efficienza realmente realizzati.

Assovetro

Riconosciamo l’utilità del sistema dei Tee, noto come best practice a livello europeo per aver portato concreti risultati in termini di efficienza energetica, con un rapporto costo/benefici eccellente rispetto ad altre politiche di efficienza energetica messe in atto. Però, si riconosce anche che da tempo il meccanismo versa in una situazione critica e non risulta più adeguatamente in grado di sostenere il processo di riduzione dei consumi industriali.

Fire

Il meccanismo dei certificati bianchi necessita una cura d’urto per tornare a svolgere un ruolo forte nella promozione dell’efficienza energetica. Una sua ripresa è auspicabile in particolare modo nell’ottica di offrire all’industria un supporto forte per decarbonizzare i processi produttivi e le filiere, tanto più in considerazione dell’ingente sforzo previsto nell’ambito dell’emission trading. Si tratta di una priorità per garantire che le nostre imprese rimangano competitive nel medio lungo-periodo, con tutte le ricadute positive sul territorio nazionale, ad un costo certamente inferiore a quello degli interventi nell’edilizia e nei trasporti.

Assistal

Non possiamo che evidenziare come il taglio significativo degli obblighi per il periodo 2021 – 2024 non sia coerente con i nuovi obiettivi per il raggiungimento della neutralità climatica al 2050, previsti dal Green Deal europeo, a cui lo stesso Pniec dovrà adeguarsi, e in aggiunta lascia presagire il passaggio da un mercato oggi molto corto a un mercato lungo, con conseguente rischio di crollo dei prezzi dei Tee e dei relativi investimenti in efficienza energetica. Una revisione delle quote d’obbligo può essere ragionevole e accettabile solo per l’anno in corso al fine di riequilibrare il mercato nel breve periodo ma non nel lungo periodo in quanto finirebbe per compromettere l’efficacia del meccanismo e l’efficientamento energetico di interi settori strategici per il nostro Paese.


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Nato ad Avellino, giornalista professionista, laurea in comunicazione di massa e master in giornalismo conseguito all’Università di Torino. È direttore della rivista CH4 edita da Gruppo Italia Energia. In precedenza ha lavorato nel settore delle relazioni istituzionali e ufficio stampa, oltre ad aver collaborato con diversi media nazionali e locali sia nel campo dell’energia sia della politica. È vincitore di numerosi premi giornalistici nazionali e internazionali.