Cingolani
Il minsitro della Transizione ecologica Roberto Cingolani in foto d’archivio di Canale Energia.

Il ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, intervenuto oggi in audizione alle Commissioni Ambiente di Camera e Senato ha chiarito la sua posizione in merito al nucleare e fatto il punto sulla Cop26, per la quale ha dichiarato che: “lo scopo è tenere allo stesso tavolo 197 Paesi, con priorità e richieste diverse, creando lo spazio adatto per favorire l’accordo su soluzioni incrementali. In questo senso abbiamo raggiunto un buon risultato”.

Secondo il ministro, la Cop26 ha raggiunto buoni risultati e comunque si è trattato di un momento importante per la comunità internazionale.

“A Glasgow, dice il ministro, “è stato possibile discutere dei problemi e delle soluzioni per affrontare il cambiamento climatico sulla base di un percorso politico diplomatico disegnato dall’Italia che aveva la presidenza del G20. Siamo orgogliosi dei risultati raggiunti ma consapevoli dell’enorme lavoro da portare avanti”.

I mancati fondi ai Paesi poveri

Il ministro rispondendo alle critiche per i mancati fondi ai Paesi poveri ricorda che, alla Cop15 di Copenhagen i Paesi ricchi si impegnarono ad elargire 100 miliardi di dollari all’anno, “ma siamo evidentemente in ritardo di sei anni. Questi 100 miliardi di dollari devono servire come leva per il fundraising e si parla di mille miliardi, per interventi che sarebbero necessari per livellare o abbattere diseguaglianze importanti”. Dunque, “il fatto di non aver raggiunto i 100 miliardi è doppiamente negativo, siamo arrivati vicino a 100 promettendo di raggiungerli l’anno dopo e inoltre ritardando il fundraising”.

Il ministro Cingolani continua asserendo che senza i Paesi vulnerabili la sfida climatica rimane monca, inoltre queste comunità pagano il prezzo del mutamento climatico senza averlo creato.

Una Youth4Climate annuale

Ferma l’intenzione di organizzare la Youth4Climate ogni anno prima della Cop e a questo fine si sta costruendo un accordo con le Nazioni Unite per concordare il format migliore. Probabilmente la prossima sarà proprio in Italia. Il Mite continuerà a lavorare per far sì che la partecipazione dei giovani cresca in tutti i consessi internazionali che parlano di clima.

La posizione del ministro sul nucleare

Il ministro Cingolani, rispondendo alle domande durante l’audizione, sul nucleare afferma: “Io non ho mai detto mettiamo le centrali nucleari contro il referendum, perché oggi non si può fare, non ci sono ancora i piccoli reattori modulari né quelli a fusione, e non voglio fare la prima e seconda generazione”.

Come riportato dall’agenzia Dire, il ministro continua affermando: “Stanno accadendo alcune cose, ci sono investimenti nello sviluppo di piccoli reattori nucleari modulari e sulla fusione, dove c’è un’accelerazione, non vogliamo guardarle? Non ho problema, non sarò ministro quando sarà presa questa decisione”. Poi, “c’è stato il referendum, ho votato anche io ma ha vietato alcune tecnologie trenta anni fa, oggi ce ne sono altre, potrebbe valere la pena di farsi domande? Ci sono gli small modular reactor che Bill Gates sta mettendo in Romania, il Parlamento vorrà fare qualche ragionamento, potrà farlo? Il Paese deve studiare tutto, ma non lo dico perché sono un divulgatore o uno scienziato”, conclude il ministro.

Elettrificazione dei consumi e rinnovabili

L’obiettivo condiviso e su cui non si negozia, in quanto in caso contrario non avrebbe senso passare all’elettrificazione dei consumi, è sul 72% di elettricità prodotta da rinnovabili al 2030.

Dichiara il ministro in merito, come riportato dall’agenzia Dire: “Io non ci sarò, ma ho qualche dubbio che un Paese che oggi vale circa 1800 TW all’anno, 300 TWh di elettricità tutto il resto di primaria, e che continuerà a crescere, tra riduzione perdite e migliore efficienza, un migliaio di TWh in più li dovremo fare. Questo volume a tecnologia vigente oggi lo potresti fare solo con eolico e fotovoltaico, ma mancano gli accumuli, probabilmente, per fare un po’ di più potrebbe esserci altro. Ma gli energy mix li decidono gli Stati, li decidono i Parlamenti. Io non ho mai detto mettiamo la centrale nucleare contro i referendum”, conclude.


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