L’attuale situazione idrica in Italia fa presagire una stagione irrigua regolare, soprattutto nelle regioni meridionali che sono tradizionalmente più siccitose. Lo rivela l’osservatorio Anbi sulle risorse idriche che pone anche l’attenzione su alcune case history climatiche, in lungo e in largo la penisola.
Su tutte, quella di Orsogna, comune abruzzese di circa 3.700 abitanti, dove dall’inizio dell’anno sono caduti 1.104 millimetri di pioggia (in linea con la media nazionale): di questi, oltre la metà sono caduti in un solo giorno (22 giugno). Nella stessa regione, la diga di Penne trattiene oltre 5 milioni di metri cubi d’acqua, pari ad oltre il doppio della media dal 2016.
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Anbi, risorse idriche: più acqua al Sud
Secondo i dati divulgati da Anbi, nel Molise, nell’invaso del Liscione, in poco più di un mese si registrano circa 8 milioni e mezzo di metri cubi d’acqua in più. A Campodipietra, in provincia di Campobasso, il 2 dicembre sono caduti ben 262 millimetri di pioggia contro i 119,8 di tutto il mese di dicembre 2020 (a dicembre 2019 ne erano caduti 58,4).
In Campania, i livelli idrometrici dei fiumi Garigliano e Sele risultano in crescita, mentre Volturno e Sarno sono in netto calo. In forte crescita sono i volumi del lago di Conza e gli invasi del Cilento con numeri da record: il primo trattiene 3.300.000 metri cubi d’acqua, così come il bacino di Piano della Rocca sul fiume Alento che segna +31,61% sul 2020.
In Basilicata la disponibilità di risorse idriche è cresciuta di oltre 70 milioni di metri cubi, mentre la Puglia segna +20 milioni di metri cubi. In Calabria, la diga Sant’Anna sul torrente Tacina trattiene 6,38 milioni di metri cubi d’acqua (record dal 2015). In un mese si registrano oltre 100 milioni di metri cubi d’acqua nei bacini della Sardegna e anche in quelli della Sicilia si segnala a novembre una crescita di 4,58 milioni di metri cubi sul mese precedente, pur rimanendo deficitari per circa 11 milioni sul 2020.
Corsi d’acqua in calo al Nord
In Veneto (ad eccezione del fiume Piave) si registra -21% di precipitazioni, con riferimento ai mesi di ottobre e novembre. In Piemonte, dopo un novembre piovoso (+45%), decrescono tutti i corsi d’acqua, ad eccezione del Varaita. Stessa sorte per il fiume Adda in Lombardia e per la Dora Baltea in Valle d’Aosta.
Calano i livelli dei grandi laghi (Maggiore e Lario sono ampiamente sotto la media storica) e del fiume Po, ovunque sotto media, sottolinea Anbi nella nota stampa.
La fotografia del Centro Italia: bacini in equilibrio
Un’altra case history climatica presa in esame da Anbi è localizzata in Toscana, dove il fiume Ombrone, uno dei più importanti della regione, conferma il carattere torrentizio.
In Emilia-Romagna diminuiscono i flussi nell’alveo del fiume Trebbia, ma crescono quelli di Savio, Secchia e Enza (tutti però con portate largamente inferiori allo scorso anno) mentre resta costante il Reno. I livelli degli invasi piacentini rimangono in linea con i volumi degli scorsi anni.
Calano i livelli dei corsi d’acqua nelle Marche dove il Tronto e il Nera continuano però a registrare la migliore performance dal 2018. Crescono anche le disponibilità idriche nei bacini che, con 31,92 milioni di metri cubi trattenuti, superano i livelli dello scorso anno.
In Umbria sono in lieve aumento i volumi d’acqua, trattenuti nella diga di Maroggia, che nonostante questo resta deficitaria rispetto allo scorso biennio.
Nel Lazio torna a crescere il lago di Bracciano così come il fiume Liri, mentre cala lievemente il fiume Sacco.
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