L’Africa Climate Summit si è concluso con la firma della Dichiarazione di Nairobi

L’obiettivo è trasformare il continente in un territorio strategico per la mitigazione del riscaldamento globale.

Africa Climate Summit, Dichiarazione di Nairobi
L’adozione della Dichiarazione di Nairobi © William Ruto/X

“L’Africa non è responsabile, storicamente, del riscaldamento globale. Tuttavia, ne sopporta le conseguenze peggiori, che si ripercuotono sugli abitanti e sull’economia”. È quanto si legge nella Dichiarazione di Nairobi, firmata il 6 settembre dai leader africani a conclusione del primo Africa Climate Summit.

23 miliardi di dollari di investimenti

I leader del continente – che attualmente ospita 1,3 miliardi di persone, ma la cui popolazione è destinata a raddoppiare entro il 2050 – chiedono alle nazioni più inquinanti del Pianeta di assumersi le proprie responsabilità di fronte alla crisi climatica. Nazioni che non hanno rispettato l’impegno preso quattordici anni fa, quando avevano promesso di finanziare l’adozione di strategie di adattamento e mitigazione nei Paesi in via di sviluppo con cento miliardi di dollari l’anno.

Al Summit, ha reso noto il presidente keniano William Ruto, sono stati presi impegni per 23 miliardi di dollari. “Nessun Paese dovrebbe essere costretto a scegliere fra lo sviluppo e l’azione per il clima”, si legge ancora nella dichiarazione. Il dubbio, però, è che i Paesi ricchi preferiscano investire per compensare le proprie emissioni, piuttosto che ridurle davvero. Tema che sarà interessante approfondire alla Cop 28 di Dubai, la più importante conferenza sul clima delle Nazioni Unite che comincerà a fine novembre.

La transizione energetica in Africa

La Dichiarazione di Nairobi mette in luce anche la ricchezza del continente africano in termini di ecosistemi terrestri e biodiversità marina e ricorda gli altri obiettivi dell’Agenda 2030 che devono ancora essere raggiunti, tra cui l’accesso universale all’energia e al clean cooking.

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Preoccupa il fatto che, nonostante l’Africa possegga circa il 40 per cento delle risorse mondiali di energia rinnovabile, solo 60 miliardi di dollari – ovvero il 2 per cento dei tremila miliardi di dollari di investimenti in energie rinnovabili nell’ultimo decennio – siano arrivati al continente.

Il raggiungimento dell’obiettivo di 300 GW entro il 2030 per un costo stimato di 600 miliardi di dollari si traduce in un aumento di dieci volte del capitale finanziario che affluisce al settore delle energie rinnovabili in Africa nei prossimi sette anni.

L’Intesa Italia-Kenya

Al Summit era presente anche il governo italiano, a riconferma del “ruolo centrale” che l’Africa ricopre nella nostra politica estera. “Prossimità geografica, legami storici, economici e culturali legano l’Italia al continente africano. L’azione internazionale del governo e del MASE valorizza questa centralità, specialmente nella cornice dell’agenda globale per l’ambiente e il clima”, ha spiegato Claudio Barbaro, sottosegretario all’Ambiente e alla Sicurezza energetica.

Africa, Nairobi
Il presidente del Kenya, William Ruto, e il sottosegretario italiano all’Ambiente, Claudio Barbaro © William Ruto/X

Durante il bilaterale si è concordato di imprimere un’accelerazione al rinnovo dell’Intesa Italia-Kenya in materia di sviluppo sostenibile ed energia, con l’intento di sottoscrivere un nuovo testo entro quest’anno.


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