Adottare un “approccio sistemico interdisciplinare” all’interno delle università e “istituire una struttura integrata di sostenibilità di ateneo con figure qualificate di Manager” per educare alla sostenibilità. “Operare per la rigenerazione dei luoghi” e “potenziare le attività di analisi e quantificazione degli impatti delle strutture universitarie in termini di consumi di risorse, gestione dell’energia e generazione di emissioni”. Sfruttare le “competenze interne degli Atenei, per supportare il decisore pubblico nelle scelte di investimento su città e territorio” e “promuovere l’inclusione e la coesione sociale” professando i valori della non discriminazione sociale, territoriale e ambientale.
Questi sono alcuni punti del Manifesto “Le Università per la sostenibilità, La Sostenibilità è nell’Università” redatto dai rappresentanti delle università italiane riunite nella Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile al termine della due giorni dei Magnifici Incontri Crui 2019 (Udine, 30 maggio 2019) e inviato al governo. Nella chiusura del Manifesto anche il prossimo impegno della Rete: “In sintonia con il MIUR, la Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile, in seno alla CRUI, assume l’impegno di predisporre un Piano Attuativo Nazionale secondo gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”.
A Udine il punto sulla sostenibilità negli atenei italiani
L’incontro si è inserito nella più ampia manifestazione “Conoscenza in festa” voluta e organizzata dall’Università di Udine in cooperazione con la stessa Conferenza dei rettori delle Università italiane. L’evento si è svolto per la quinta volta nella città friulana. Hanno partecipato studiosi ed esperti provenienti da quasi 100 tra università e centri di ricerca italiani riuniti in otto tavoli di confronto sul tema della sostenibilità.
“Le università sono grandi agenti di trasformazione sociale ed economica, per questo motivo è indispensabile che la sostenibilità sia nelle università”, ha commentato in sede d’evento Gaetano Manfredi, rettore dell’Università di Napoli Federico II e presidente CRUI. “Un altro aspetto fondamentale è l’impatto sociale ed economico di queste azioni bisogna agire sulle filiere produttive per fare in modo che la produzione sia circolare e che guardi al risparmio delle risorse, e poi mirare alle riduzione dei divari sociali e territoriali, e all’inclusione, guardando ai temi del genere e delle diversità, per essere luogo di aggregazione e di incontro di sensibilità diverse per progettare un futuro di inclusione sociale, rispetto dell’essere umano e della natura e del pianeta”.
“In sintonia con il Miur, la Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile, in seno alla CRUI, assume l’impegno di predisporre un Piano Attuativo Nazionale secondo gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”, si legge al termine del documento. Difatti, come evidenziato anche da Patrizia Lombardi, presidente della Rus e prorettrice del Politecnico di Torino, l’obiettivo della rete è quello di “promuovere l’agenda 2030 delle Nazioni Unite e soprattutto cooperare, affinché tutti gli atenei possano muoversi verso il traguardo della sostenibilità”. Il Manifesto, ha proseguito, rappresenta “un patto forte di tutti i rettori affinché ci sia un vero coinvolgimento e impegno degli atenei”.
Dall’ateneo friulano arriva subito il buon esempio: “Proprio in questi giorni stiamo stipulando con la Regione un accordo per affiancarla nella definizione di una strategia regionale per lo sviluppo sostenibile”, ha dichiarato Francesco Marangon, docente Uniud, rapporteur, comitato di Coordinamento Rus. “Le buone pratiche su cui lavoriamo molto, come ad esempio il portale del riuso che sta partendo in questi giorni, per il riciclo gratuito di attrezzature in disuso, secondo un modello di economia circolare che può essere diffuso in tutto il territorio”.
Il Premio Sostenibilità Crui ad Alessandra Albertini
Nel corso della due giorni è stato anche assegnato e consegnato il premio alla Sostenibilità Crui 2019 sul tema della “Sostenibilità inter-generazionale” ad Alessandra Albertini, già direttrice del dipartimento di Biologia e Biotecnologie dell’Università di Pavia, nota per aver donato ai giovani ricercatori del suo ateneo la propria liquidazione di fine carriera.
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