Green jobs, ospizio per giovani

OspizioLa green economy è uno strumento che deve permettere di rileggere e svecchiare il modello macroeconomico degli anni Novanta. Come? Puntando sull’innovazione e utilizzando le risorse a disposizione in maniera strategica, con un occhio sempre rivolto al futuro. Un futuro che affonda le proprie radici nel presente, nei giovani che oggi chiedono di adoperare tatticamente i 300 miliardi di euro promessi dall’Ue per rilanciare il settore occupazionale.

Perché, come affermato da Mario Benotti, capo Segreteria particolare e consigliere per gli Affari politici e istituzionali del Sottosegretario di Stato per le Politiche e gli Affari europei, nel corso dell’incontro conclusivo di ieri ‘I giovani, il dialogo strutturato e lasocialexclusion: la green economy come possibile risposta’ organizzato dall’Associazione Team Master Gem, è un momento propositivo per il green. “Rinnovabili, efficienza, interconnessioni: il Pacchetto Clima Energia 2030 può rilanciare l’economia europea per ricominciare a crescere in maniera sostenibile. Se l’economia verde diventa sinonimo di investimenti e innovazione può offrire grandi opportunità: nel 2013 in Italia il 13% dell’occupazione ha riguardato i green job. Inoltre, le imprese manifatturiere responsabili di ecoinvestimenti hanno aumentato il proprio fatturato e registrato un volume maggiore di prodotti di esportazione”.

In questo ambito, infatti, si vanno a toccare molteplici settori e le opportunità da cogliere possono essere innumerevoli: “Pensiamo allo sport e alle possibili ripercussioni sull’ambente o allo smaltimento dei materiali impiegati per la realizzazione degli impianti fotovoltaici (molti ormai a fine vita) – spiega Andrea Ferrara, Direzione generale Agenzia nazionale per i giovani. Pensiamo a qualcosa di nuovo: la chiave è l’idea. D’altro canto i fondi per realizzare le proprie aspirazioni ci sono: attraverso Erasmus Plus sono stati già impegnati 7 milioni di euro (contro i quasi 15 totali) per piccoli e grandi progetti. Il problema è che in Italia tendiamo a nascondere le risorse”. 

La mobilità, ad esempio, può essere un punto a favore per abbassare la percentuale del 43% di disoccupazione giovanile: “Eures, portale istituito dalla Commissione europea per favorire la mobilità professionale, ha il compito di rendere il mercato europeo del lavoro più trasparente e di fornire informazioni sulle offerte di lavoro comunitarie – spiega Lucilla Ricci, consigliere Eures presso la Regione Lazio -. Occasioni che, ovviamente, vanno colte consapevolezza e flessibilità: più che una scelta di lavoro, è una scelta di vita”.

Ma, oltre all’andata, bisognerebbe anche favorire il ritorno. Così Ramon G.M. Magi, presidente Eurodesk Italia: “l’estero è più fertile del 50% rispetto al mercato nazionale. Siamo stati bravi nel favorire lo spostamento dei cervelli, non lo siamo stati altrettanto nel creare le condizioni favorevoli per farli tornare”. Anche perchè, come ricorda Andrea Fugaro, esperto Programmi Comunitari, Coldiretti, siamo alle porte di un evento universale che del green fa la propria bandiera: “Il settore agricolo, in controtendenza rispetto al panorama nazionale, è cresciuto del 5,6%. L’agricoltura chiede nuove professionalità, assume una nuova immagine. Sul lato dell’impresa si è mosso qualcosa: le aziende hanno affittato a giovani intraprendenti terreni a costi vantaggiosi. Il settore non si riduce più al lavoro del contadino, ma spalanca porte verso il futuro: ricordiamoci che l’esposizione universale Expo 2015 ha proprio come slogan quello di nutrire il pianeta”.

 


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