Gli “sconosciuti” delle rinnovabili decisi al sorpasso

Convegno EBSMancanza di riconoscimento e di forza e, soprattutto, timore per future penalizzazioni. Sono queste le maggiori preoccupazioni dei protagonisti del settore emerse ieri, 7 ottobre, durante il convegno “Biomasse solide per l’energia: un settore industriale da tutelare”, organizzato dal comitato Energia da Biomasse Solide (EBS) al Senato.

In termini di sviluppo, negli ultimi anni questa fonte si è dimostrata la terza per importanza e produttività, anticipata solo dai settori idraulico e solare  ha infatti sottolineato Giovanni Riva, Vicepresidente Comitato Termotecnico italiano –. Eppure sono numerosi gli impianti dimenticati: il settore incontra difficoltà nel farsi riconoscere il proprio ruolo”. A minare la capacità del comparto il decreto ministeriale su cui si attendono i pareri della Conferenza Unificata: “Dal punto di vista normativo il settore delle biomasse solide negli ultimi anni ha attraversato vicende travagliate. Quel che sembrava un successo, mi riferisco al parametro fisso per l’incentivo previsto dal Decreto 6 luglio 2012, si è rivelato controproducente – ha spiegato Andrea Zaghi di Assorinnovabili -. Le biomasse solide si trovano ad avere un incentivo minore di tutte le altre rinnovabili nonostante dovrebbero avere un sostegno che segue il prezzo della materia prima come previsto dall’UE”.

Negli anni il ruolo delle biomasse solide si è venuto definendo in termini di ricadute occupazionali, innovazione tecnologica, crescita economica (si pensi ai settori vitivinicolo o agrivinicolo e al mondo delle distillerie che negli ultimi hanno puntato su questa fonte energetica) e prevenzione del dissesto idrogeologico. Urgente, dunque, la necessità di adottare nuove strategie per evitare di compromettere tale scenario. Per il deputato Paolo Tancredi, Vicepresidente Commissione Politiche UE della Camera, occorre fare un “salto di qualità culturale. La battaglia è politica e industriale, ma soprattutto culturale”. Secondo Donato Rotundo, Responsabile Area Ambiente e Territorio di Confagricoltura, il futuro delle biomasse è “legato alla zootecnia”, per questo bisogna curare “i terreni di Sicilia, Sardegna e Calabria che sono a rischio marginalità”. E cita anche la produzione di calore: “Gli impianti medio-grandi hanno trainato lo sviluppo delle biomasse elettriche in Italia: il 15% dell’energia generata da rinnovabili è prodotta attraverso la bioenergia, di questo il 30% dalle biomasse solide usate nei grandi impianti. Il calore prodotto dalla cogenerazione dipende molto da questi impianti”.

E i grossi impianti “che soffrono dell’accusa del negativo impatto ambientale”, ha sottolineato Riva, sarebbero “felici di richiedere le autorizzazioni per fare un upgrade” in modo da poter anch’essi richiedere i premi per le emissioni. Però questa possibilità, “prevista nel DM 6 luglio 2012, al momento è stata cancellata”.

Trattando le future strategie inevitabile citare la riconversione degli zuccherifici: “A suo tempo ho sostenuto che la riconversione andasse fatta, ma non con questi mezzi – ha spiegato Mauro Libè, Consigliere del Ministero dell’Ambiente -. Oggi i tetti fissi per le rinnovabili impongono pochi margini di flessibilità. C’è totale disponibilità da parte del Ministero a lavorare su questa strada”.

La chiusura positiva arriva da Giuseppe Castiglione, Sottosegretario di Stato alle Politiche Agricole, che afferma: “Bisogna trovare le risorse che servono per ricomporre e dare una risposta a un settore che potrebbe andare in seria difficoltà. Mi metto a disposizione e il mio impegno oggi è quello di continuare a lavorare a questo tavolo”. Di seguito il videocommento a Canale Energia del Sottosegretario.


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