Come Parigi fermerà l’aumento della temperatura

Global WarmingPer quanto ci possiamo chiede a chi interessa del Global Warnig, dobbiamo tenere presente che, anche se in maniera meno incisiva, la temperatura non ha smesso di aumentare.

“Il riscaldamento del sistema climatico è una verità sperimentale su cui non vi più sono dubbi. Dal 1950 i cambiamenti osservati non hanno precedenti nella storia della terra dell’ultimo millennio. Ognuna delle ultime tre decadi sono state successivamente le più calde osservate dal 1850”. “Tuttavia”, commenta Sergio La Motta, ricercatore presso l’Enea per la Mitigazione e Adattamento ai Cambiamenti  Climatici, “a causa della variabilità naturale, i trend basati su osservazioni di brevi periodi di tempo, quali la scala decadale, sono molto sensibili alla data di inizio e di fine del periodo in osservazione e non riflettono in generale i trend di lungo periodo del sistema climatico. Un esempio è costituito dall’incremento della temperatura degli ultimi 15 anni che è risultato essere un po’ più basso rispetto a quello delle decadi precedenti ma, comunque, perfettamente in linea con i trend di lungo periodo”. Questi dati trovano riscontro anche nell’ultimo report Climate Change 2014, distribuito in occasione dell’incontro preparatorio di Lima per l’accordo COP 21 di Parigi previsto per il prossimo dicembre.

“L’aumento della temperatura media del pianeta si è osservata dalla nascita del periodo industriale. Per limitarla a 2°C, bisogna ridurre di circa il 50% il totale delle emissioni entro il 2050. Nella fattispecie questo significa, per i paesi industrializzati ottenere una riduzione delle proprie emissioni di circa l’80-90%, mentre per i paesi in via di sviluppo effettuare una variazione sostanziale rispetto al loro base-line”.

Nello specifico, ci dice La Motta, “Ridurre le emissioni, trovando gli strumenti finanziari e operativi per farlo è la sfida che coinvolge tutti paesi del globo. Il primo passo è arrivare a siglare un accordo legalmente vincolante di cui, a Lima, abbiamo contribuito a stendere una prima bozza di confronto. Ci aspettiamo e ci auguriamo che  non ci siano ritardi nella firma, che sarà il prossimo dicembre a Parigi. Dopodichè l’accordo dovrebbe entrare in vigore dal 2020”.

“I punti salienti dell’accordo in estrema sintesi dovrebbero vertere su semplici parametri: attenzione agli obiettivi di riduzione delle emissioni che devono essere congrui con i 2°C e in linea con il principio di equità stabilito dalla Convenzione, assicurare adeguati finanziamenti e forme di trasferimento delle tecnologie per consentire ai paesi in via di sviluppo di saltare una fase di sviluppo di tipo vittoriano per approdare direttamente ad una forma di sviluppo sostenibile.

 


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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.